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Addressing Too Big to Fail: Resolution, Organizational Structure, and Funding of Global Banks

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Affrontare gli istituti finanziari ritenuti troppo grandi per fallire

Le ricerche che approfondiscono il fenomeno post-Lehman di «troppo grande per fallire» potrebbero aiutare i legislatori ad affrontare alcuni dei problemi più urgenti della società.

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n scatenò solo una crisi finanziaria globale, ma diede origine anche a una nuova espressione: «troppo grande per fallire». «Questa frase si riferisce a imprese o settori considerati così essenziali per l’economia che un loro fallimento avrebbe conseguenze devastanti», afferma Martin Oehmke, professore presso la London School of Economics and Political Science. «Nel mondo post-Lehman, una delle sfide irrisolte più importanti riguardava il modo in cui gestire gli istituti finanziari troppo grandi per fallire.» Con il sostegno del progetto TBTF, finanziato dall’UE, Oehmke ha sviluppato modelli teorici che aiutassero a comprendere meglio come affrontare l’importanza di questi giganti e altre esternalità provocate dagli istituti finanziari e dalle società di capitali. «In primo luogo, il progetto si proponeva di trovare un modo per progettare quadri di risoluzioni adatti, che permettessero agli istituti finanziari di fallire senza gravare in modo significativo sulla società», spiega. «Inoltre, desideravo chiarire come gli istituti finanziari e altre società di capitali scelgano la propria struttura di debito e come gli investitori possano influenzare le banche e le aziende a comportarsi in modo più socialmente responsabile.»

Una ricerca premiata

I modelli sviluppati da Oehmke hanno permesso di ottenere numerosi approfondimenti importanti. Ad esempio, una delle difficoltà nel gestire i problemi degli istituti finanziari risiede nel fatto che le incaricate della loro risoluzione sono le autorità nazionali, nonostante si tratti di banche globali. «Nella progettazione di un quadro di risoluzione, bisogna dunque considerare attentamente gli interessi nazionali che entrano in gioco al momento del collasso di un istituto finanziario globale», osserva Oehmke. «In breve, un quadro di risoluzione efficace deve essere adatto ai rischi di impresa e alla struttura societaria dell’istituto finanziario.» Partendo dal concetto di «troppo grande per fallire», la ricerca è passata in modo naturale ad affrontare le esternalità più generali provocate da banche e società di capitali. «Un’area chiave è il ruolo che gli investitori socialmente responsabili possono svolgere in questa dimensione», osserva Oehmke. La sua ricerca sull’argomento, che ha vinto il premio dell’Associazione della finanza europea come migliore articolo di ricerca sulla finanza sostenibile, suggerisce che il coinvolgimento degli investitori è più promettente delle azioni di disinvestimento dall’azienda.

Cambiamenti climatici e istituti finanziari globali

Oltre ai rischi finanziari tradizionali, il progetto ha inoltre indagato le potenziali ripercussioni dei cambiamenti climatici sugli istituti finanziari globali. Nello specifico, Oehmke ha voluto comprendere se i rischi e le esternalità connessi al clima possano essere affrontati attraverso la regolamentazione delle banche. «La mia ricerca mostra che la regolamentazione del capitale può aiutare il settore bancario a sostenere i rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici, come i fenomeni meteorologici estremi», aggiunge. «Tuttavia, la regolamentazione del capitale è molto meno efficace nell’affrontare il problema delle emissioni di carbonio, la radice dei cambiamenti climatici.»

Una ricerca che già orienta le politiche

Le ricerche di Oehmke, per quanto teoriche, hanno già esercitato un impatto nel mondo reale. «Voglio sempre che la mia ricerca orienti le politiche», afferma. «Da questo punto di vista, il progetto è stato un grande successo.» Oehmke ha presentato i risultati a diverse autorità di regolamentazione finanziaria, tra cui il Comitato di risoluzione unico dell’UE. Inoltre, ha recentemente esposto il proprio lavoro sulla regolamentazione del capitale e i cambiamenti climatici al Comitato europeo per il rischio sistemico. «Spero che i risultati di questo progetto sostenuto dal Consiglio europeo della ricerca possano aiutare le istituzioni dell’UE ad adottare le giuste decisioni strategiche e ad affrontare alcune delle questioni più urgenti della nostra società», conclude Oehmke. Nonostante il progetto TBTF sia ormai concluso, il lavoro del ricercatore continua. Attualmente, Oehmke sta studiando le interazioni tra la regolamentazione finanziaria e ambientale, e come queste potrebbero dover collaborare per ridurre le emissioni di carbonio.

Parole chiave

TBTF, istituti finanziari, troppo grande per fallire, Lehman Brothers, economia, società di capitali, struttura del debito, banche, investitore socialmente responsabile, finanza sostenibile, cambiamenti climatici, regolamentazione bancaria

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