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Soluzioni basate sull’intelligenza artificiale per migliorare l’assistenza sanitaria

L’intelligenza artificiale potrebbe risultare fondamentale per superare le sfide legate al personale e fornire servizi incentrati sul paziente in grado di migliorare l’erogazione delle cure sanitarie.

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Una sfida fondamentale per i servizi sanitari a livello globale è la mancanza di personale qualificato. Solo in Europa, secondo le stime la carenza di professionisti del settore medico, molti dei quali sono spesso il primo punto di contatto con i pazienti, è pari a 2 milioni di unità. Questa mancanza influenza negativamente la qualità dell’assistenza prestata ai pazienti, nonché la loro sicurezza.

Interazioni tra macchine ed esseri umani nell’assistenza sanitaria

Il progetto PhilHumans, finanziato dall’UE e sostenuto dal programma di azioni Marie Skłodowska-Curie, ha cercato di affrontare questa sfida applicando tecniche basate sull’intelligenza artificiale (IA) e sull’elaborazione del linguaggio naturale, con l’obiettivo di creare una comunicazione sanitaria personale di alto livello come prima linea di contatto per i servizi medici. Ciò consentirebbe al personale medico di concentrarsi sulle cure essenziali fornendo al contempo ai pazienti le informazioni di cui hanno bisogno in modo empatico e intuitivo. «Un altro obiettivo del progetto era quello di formare la prossima generazione di giovani ricercatori nel campo dell’IA innovativa», afferma Ernst Hermens, coordinatore del progetto PhilHumans e responsabile dei progetti europei presso l’impresa olandese Philips. «Siamo riusciti a coinvolgere otto dottorandi, che hanno analizzato vari aspetti delle interazioni tra macchine ed esseri umani nell’ambito dell’assistenza sanitaria.» Gli studenti hanno beneficiato della supervisione di varie istituzioni accademiche e non, quali l’Università di Cagliari, l’Università di Catania, l’Università di Aberdeen, l’Università tecnica di EIndhoven e Philips Research. I dottorandi hanno inoltre effettuato un distaccamento per un periodo di tempo considerevole presso Philips al fine di acquisire esperienza industriale.

Robotica, linguaggio naturale e programmazione profonda

La ricerca si è concentrata su tre temi chiave, il primo dei quali concerne la visione e la robotica. Il lavoro svolto in tal ambito ha previsto studi sull’intelligenza computazionale, sull’analisi facciale e sul linguaggio del corpo. «Gli studenti erano interessati, ad esempio, a utilizzare telecamere per acquisire espressioni e linguaggio del corpo per poi utilizzare l’intelligenza artificiale al fine di trarre conclusioni, come ad esempio come si sente una persona o cosa sta facendo», spiega Hermens. Un secondo gruppo di ricerca si è occupato dell’interazione empatica attraverso il linguaggio naturale e ha approfondito l’analisi semantica e la sentiment analysis a partire da testi scritti. «I messaggi di testo dei pazienti sono stati analizzati ricorrendo all’elaborazione del linguaggio naturale» aggiunge Hermens. «Abbiamo anche esaminato il potenziale insito nello sviluppo di consulenze e terapie automatizzate.» Un terzo cluster si è basato sull’induzione profonda del programma per i servizi sanitari personali, un metodo che potrebbe essere utilizzato per identificare le aree di ricerca medica a cui dare priorità, aiutando in tal modo i sistemi sanitari a incrementare la propria efficienza.

Interfacce per il paziente potenziate dall’IA

Un risultato fondamentale del progetto è stato lo sviluppo professionale degli studenti coinvolti: mentre alcuni hanno acquisito il proprio titolo e si sono assicurati posti di lavoro nel mondo accademico o in quello industriale, altri stanno ultimando il dottorato di ricerca. Sono stati inoltre pubblicati diversi documenti sull’IA nell’assistenza sanitaria, disponibili sul sito web di PhilHumans. «Gran parte del lavoro svolto è tuttora piuttosto astratto», osserva Hermens. «Ad esempio, è stato sviluppato un framework generico per l’estrazione dei dati e la generazione di testi. È stato inoltre sperimentato un sistema terapeutico conversazionale progettato per valutare l’empatia di una persona, nonché sviluppato uno strumento volto ad analizzare e creare elementi di apprendimento dall’analisi testuale profonda.» Hermens ritiene che il progetto rappresenti un’importante pietra miliare in relazione all’obiettivo di avvicinare queste interfacce per pazienti basate sull’IA alla commercializzazione e prevede che molte di queste saranno operative entro 5 anni. «Raggiungeremo questo traguardo», dichiara, concludendo: «Con l’invecchiamento della popolazione, la diminuzione della quantità di persone che entrano nel settore medico e lo squilibrio tra le cure richieste e quelle che siamo in grado di fornire, la necessità di queste soluzioni è evidente. Questi strumenti possono contribuire a garantire che il personale formato venga coinvolto solo nelle fasi critiche dell’assistenza, dove l’esigenza è davvero lampante.»

Parole chiave

PhilHumans, IA, assistenza sanitaria, medico, essere umano-macchina, robotica, linguaggio

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