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Affrontare le sfide della disinformazione online

Tra deepfake e algoritmi pieni di pregiudizi, il pericolo della disinformazione online sembra nascosto dietro ogni angolo. Cosa possiamo fare per contrastarla?

In questo episodio parliamo delle novità nella complessa corsa all’identificazione e al contrasto della disinformazione informatica

I contenuti online possono portare a reati d’odio e ad altre forme di violenza, ma molte autorità di polizia europee non hanno accesso a strumenti o tecnologie specializzate per affrontare il problema: in che modo è possibile aiutarle? Come individui, come possiamo capire se veniamo manipolati? Siamo sempre più esposti alla (dis)informazione informatica, sia passivamente, attraverso i social media, sia attivamente, quando usiamo i motori di ricerca e siti web specifici che ci guidano verso siti che rafforzano i nostri preconcetti e costruiscono muri di pregiudizi. Molte aziende si occupano di identificare e rimuovere i siti web di notizie false e di ridurre al minimo la diffusione della disinformazione sui social media. Ma cosa fare con i motori di ricerca stessi? I web crawler possono essere un modo innovativo per verificare la loro attività? La diffusione della disinformazione informatica minaccia i nostri valori democratici. La disinformazione è in aumento, e per rilevarla svolgono un ruolo fondamentale l’IA e, in particolare, le tecnologie linguistiche. L’apprendimento automatico e l’IA si addestrano su modelli linguistici di grandi dimensioni, ma cosa accade per le lingue usate meno frequentemente per creare contenuti online? Come possiamo rafforzare l’IA per combattere la disinformazione in quelle che vengono definite «lingue a basse risorse»? In questa puntata, parleremo di come questi e altri rischi informatici vengono affrontati con l’aiuto dei fondi di ricerca dell’UE. Owen Conlan(si apre in una nuova finestra), è borsista del Trinity College(si apre in una nuova finestra) di Dublino e professore presso la School of Computer Science and Statistics(si apre in una nuova finestra) dello stesso ateneo. Inoltre, è co-direttore del Trinity Centre for Digital Humanities(si apre in una nuova finestra). L’interesse di ricerca di Owen verte in particolare sul controllo degli utenti sui sistemi personalizzati guidati dall’intelligenza artificiale, che ha approfondito attraverso il progetto VIGILANT. Joana Gonçalves-Sá(si apre in una nuova finestra) è ricercatrice sia presso il Nova Laboratory for Computer Science and Informatics(si apre in una nuova finestra) che il Laboratory of Instrumentation and Experimental Particle Physics(si apre in una nuova finestra), a Lisbona, dove dirige il gruppo di ricerca Fisica e complessità sociale. La sua ricerca si concentra sui pregiudizi umani e algoritmici, e usa le fake news come sistema modello, che sono oggetto del suo progetto FARE_AUDIT. Marián Šimko(si apre in una nuova finestra) è ricercatore esperto presso l’Istituto Kempelen per le tecnologie intelligenti(si apre in una nuova finestra) in Slovacchia. Il suo lavoro riguarda l’elaborazione del linguaggio naturale, l’estrazione di informazioni, l’elaborazione delle lingue a basse risorse e l’interpretabilità dei modelli neurali. Il progetto DisAI ha concentrato l’attenzione sullo sviluppo di nuovi approcci all’elaborazione del linguaggio per migliorare le prestazioni dei modelli di apprendimento linguistico di grandi dimensioni per le lingue meno utilizzate.

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