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Molecular Networks of Dopaminergic Neurons in Chordates

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Nuovi biomarcatori e una terapia per il morbo di Parkinson

Il morbo di Parkinson (PD) è il secondo disturbo neurodegerativo progressivo più frequente: colpisce l'1-2 % di tutte le persone ultrasessantacinquenni. Per sviluppare nuove terapie, è indispensabile tenere conto dei meccanismi della vulnerabilità selettiva dei neuroni dopaminergici (DN).

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Oggi in Europa circa 2 milioni di persone sono affette da PD. Si prevede che nei prossimi 50 anni, il numero salirà a 5 milioni. Attualmente non è disponibile alcun trattamento farmacologico in grado di rallentare o fermare la neurodegenerazione. Il PD è un disturbo neurodegenerativo del sistema nervoso centrale (SNC) con sintomi motori causati dalla degenerazione di DN A9 nel mesencefalo (detto anche cervello medio). Il progetto DOPAMINET ("Molecular networks of dopaminergic neurons in cordate"), finanziato dall'UE, puntava a trovare elementi cis-regolatori e reti trascrizionali partecipanti alla codifica dell'identità di DN. Il consorzio DOPAMINET ha adottato un approccio interdisciplinare per decifrare reti complesse composte da geni che codificano proteine, geni non codificanti proteine ed elementi cis-regolatori all'interno dei DN nel cervello. Il metodo è stato applicato a quattro organismi di cordati (uomo, topo, Danio rerio e Ciona intestinalis), onde identificare I moduli di rete fondamentali che potrebbero svolgere ruoli chiave nella biologia dei suddetti neuroni. È stato costituito l'intero repertorio di canali e recettori di DN. In tali cellule, I recettori olfattivi sono espressi selettivamente: ciò suggerisce che tipi specifici di molecole simili alle odoranti potrebbero agire come farmaci psicoattivi sui DN. La scoperta di nuove isoforme di alfa-sinucleina potrebbe condurre allo sviluppo di nuovi farmaci destinati a indurre o inibire la sintesi della parte c-terminale della proteina. È stato costituito il repertorio di fattori di trascrizione (TF) espressi in modo differenziale tra diversi tipi di DN. Soprattutto, rileva che l'identificazione di nuove reti di geni coinvolti nella differenziazione e nella conservazione delle cellule dopaminergiche ha consentito la creazione di cocktail di TF, utilizzabili per attivare la conversione della cellula da fibroblasto dermico a cellula neuronale rilasciante dopamina. Tale risultato inciderà profondamente sulle future strategie relative alla terapia ricostruttiva del PD. I risultati scientifici sono stati resi noti tramite presentazioni in occasione di seminari e incontri. I ricercatori del consorzio hanno dato alle stampe I dati in 26 documenti, pubblicati in giornali di alta levatura. Pertanto, le scoperte nell'ambito di DOPAMINET hanno consentito di comprendere meglio la malattia. Le nuove conoscenze potrebbero favorire migliori condizioni di salute e una qualità di vita più elevata. Inoltre, iniziative del genere riducono anche gli ingenti costi dell'assistenza sanitaria legati al trattamento e alla cura di pazienti anziani con compromissioni di tipo cognitivo.

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