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Biotechnology for Metal bearing materials in Europe

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Un tocco biologico nell'estrazione dei metalli

Nell'ambito di una recente ricerca europea, è stato analizzato il potenziale dell'integrazione della bioestrazione nei processi tradizionali di estrazione dei metalli. In uno scenario caratterizzato da un rapido esaurimento delle risorse di metallo, la riduzione del danno ambientale e l'abbattimento dei costi energetici, sui quali tale processo fa ben sperare, rappresentano un fattore importante.

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L'estrazione tradizionale dei metalli dalle materie prime si basa sulla pirometallurgia (fusione) o sull'idrometallurgia. Quest'ultima è più ecologica rispetto alla prima in quanto gli eventuali rifiuti sono solubili e più facilmente contenibili. Tuttavia, in taluni casi, le acque reflue contaminate presentano tuttora problemi in termini di inquinamento. La bioidrometallurgia, che rappresenta un'estensione dell'idrometallurgia, utilizza una fase microbica aggiuntiva per un'ulteriore estrazione di metalli dai rifiuti minerari, dalle scorie metallurgiche, dagli scarti metalliferi e dalle ceneri delle centrali elettriche. Attraverso il riconoscimento del ruolo potenzialmente importante di questo bioprocesso nell'attuale clima economico e orientato all'ecologia, il progetto Biomine ("Biotechnology for Metal bearing materials in Europe"), finanziato dall'UE, è stato concepito allo scopo di integrare i processi biotecnologici nell'estrazione dei metalli. I ricercatori dell'iniziativa Biomine hanno condotto alcune ricerche sull'introduzione dell'elemento "ecologico" in tutte le fasi dell'idrometallurgia tradizionale. Sono stati analizzati vari processi tra cui la biolisciviazione, la biossidazione, il bioassorbimento, la bioriduzione, il bioaccumulo, la bioprecipitazione, la bioflottazione, la bioflocculazione e i biosensori. Un classico esempio si verifica durante il processo della biolisciviazione dalla pirite, un minerale di ferro. La biolisciviazione si basa su numerosi batteri ossidanti solforosi e ferrosi tra cui l'Acidithiobacillus ferrooxidans. Tradizionalmente, il cianuro, un agente inquinante, era utilizzato per l'estrazione del ferro durante un processo noto con il nome di lisciviazione in cumulo. I ricercatori del progetto hanno valutato dal punto di vista commerciale l'integrazione dei processi biotecnologici all'interno dei processi di estrazione dei metalli più tradizionali su piccola scala. Tale metodo consentirà agli attori industriali di creare un contesto di equità nel quale poter prendere una decisione in merito all'eventuale miglioramento dei processi di recupero reso possibile dall'integrazione dell'elemento biologico. Inoltre, questi nuovi criteri potrebbero condurre ad un abbattimento dei costi dovuto ai risparmi energetici, all'accesso a nuove risorse e alla conformità alle normative ambientali. L'iniziativa Biomine ha spianato la strada ad una nuova percezione della bioidrometallurgia sotto due punti di vista: quello geologico e quello correlato alle tecnologie di trasformazione. Nel complesso, i risultati dimostrano che è possibile utilizzare la biotecnologia per ampliare il potenziale della produzione dei metalli entro i confini europei, con la possibilità che i processi non vadano incontro ad una grave minaccia ambientale.

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