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La società dell'informazione ed i paesi in via di sviluppo

La Commissione europea, su iniziativa del commissario responsabile per gli affari industriali, per le tecnologie dell'informazione e per le telecomunicazioni, Martin Bangemann, ha adottato una comunicazione su "la società dell'informazione e lo sviluppo - il ruolo dell'Unione ...

La Commissione europea, su iniziativa del commissario responsabile per gli affari industriali, per le tecnologie dell'informazione e per le telecomunicazioni, Martin Bangemann, ha adottato una comunicazione su "la società dell'informazione e lo sviluppo - il ruolo dell'Unione europea". La comunicazione esamina le potenziali opportunità per i paesi in via di sviluppo nella società dell'informazione emergente e, in particolare, le potenzialità che nascono dall'impiego delle comunicazioni via satellite e delle applicazioni Internet in aree quali istruzione, amministrazione, salute, trasporto, commercio e industria. La comunicazione è il risultato del dialogo in corso con i paesi in via di sviluppo, in particolare della conferenza dei G7 sulla società dell'informazione e dello sviluppo occorso a Midrand (Sud Africa) dal 13 al 15 maggio 1996 e dalla conferenza Europa-Mediterraneo svoltasi a Roma il 30 ed il 31 maggio 1996. La comunicazione propone che la rinnovata cooperazione in quest'area sia tesa all'integrazione dei paesi in via di sviluppo in seno alla società dell'informazione e si organizzi intorno a diversi temi principali: - sensibilizzazione e promozione del dialogo, per quanto concerne gli aspetti sociali e societari, in particolare coinvolgendo la dimensione della società dell'informazione nel dialogo istituzionale tra l'Unione europea e la maggior parte dei paesi in via di sviluppo; - sostegno in favore della costituzione di un quadro di regolamentazione, comprendente l'assistenza tecnica per l'attuazione degli impegni presi verso l'OMC da parte dei paesi in via di sviluppo; - utilizzazione degli strumenti finanziari amministrati dalla Commissione e dalla BEI, tenendo conto degli altri organismi di finanziamento (la Banca mondiale, il Banco Interamericano de Desarollo (BID), la Banca africana per lo sviluppo (ADB), ecc.), con condizioni atte a favorire correzioni strutturali e il progressivo adattamento degli operatori; - azione orientata verso l'adozione a livello regionale di norme identiche che garantiscano l'interconnettibilità delle reti e l'interoperabilità dei servizi, coinvolgendo più da vicino i paesi in via di sviluppo nel processo di standardizzazione; - attuazione di progetti pilota che consentono agli utenti di passare ai livelli successivi nel processo di adozione delle applicazioni specifiche e nell'apprendimento ad utilizzarle (in stretto coordinamento con i progetti lanciali, a livello globale, nel quadro dei G7); - il trasferimento di esperienza in materia di formazione, accesso multilinguistico alle conoscenze e l'utilizzo di nuove tecnologie in questo settore; - la promozione sistematica dell'interconnessione delle reti di ricerca europee e di quelle dei paesi in via di sviluppo; - la costituzione e l'attuazione di tali azioni saranno effettuate tramite piani di azione regionali per ognuna delle seguenti regioni: la regione del Mediterraneo, i paesi ACP, l'America Latina e l'Asia. Occorre richiamare l'attenzione sul fatto che la comunicazione non richiede nuovi strumenti finanziari per la promozione dei progetti pilota della società dell'informazione nei paesi in via di sviluppo, ma piuttosto la mobilitazione delle risorse comunitarie esistenti. Sottolinea altresì l'importanza di un quadro di regolamentazione appropriato per incoraggiare il finanziamento privato di tali progetti. Questo creerà anche condizioni favorevoli per lo sviluppo di accordi di cooperazione industriale tra gli operatori dell'Unione ed i partner in queste regioni.