Cellule beta rigenerate per prevenire il diabete
Il diabete di tipo 2 (T2D) è una malattia autoimmune che insorge dopo la distruzione delle cellule beta pancreatiche che producono l'insulina. La malattia inizia con la resistenza all'insulina, una fase durante la quale il corpo cerca di compensare la propria incapacità di utilizzare questo ormone modo efficace, giungendo gradualmente a una riduzione del numero delle cellule beta o a una produzione insufficiente di insulina. Per cercare di gettare nuova luce sui meccanismi molecolari responsabili della proliferazione irregolare di cellule beta, il progetto BCELL-T2D, finanziato dall'UE, ha svolto un'analisi temporale su un modello di ratto transgenico diabetico, con l'idea di identificare obiettivi molecolari da sfruttare a livello terapeutico per rigenerare la massa di cellule beta danneggiate. Le diverse fasi osservate nel diabete umano sono state ricapitolate nel modello di ratto: a 4-9 settimane di età, gli animali hanno sviluppato la resistenza all'insulina e il diabete conclamato è emerso a 10-18 settimane, mentre il diabete avanzato e le sue complicanze sono stati osservati solo nei soggetti di più di 19 settimane. Un aspetto interessante è che durante la fase di resistenza insulinica si è verificato un aumento della massa di cellule beta, un'espansione proliferativa coincisa con l'incremento delle cellule che esprimevano glucagone. Il glucagone è un ormone che converte il glicogeno in glucosio e che stimola il rilascio dell'insulina. I ratti che esprimevano glucagone sono riusciti a compensare la resistenza all'insulina e non hanno sviluppato il diabete. Sulla base di questo interessante risultato, i ricercatori del team BCELL-T2D hanno esplorato vari approcci per indurre la proliferazione delle cellule beta, tra cui gli induttori del ciclo cellulare (ciclina C). Attraverso una libreria di piccole molecole, il composto basato sul corallo epoxypukalide è emerso come il candidato idoneo per supportare la proliferazione e la funzione di cellule beta. Nel complesso, i risultati dello studio BCELL-T2D sottolineano il potenziale della proliferazione delle cellule beta per invertire il fenotipo diabetico. La convalida clinica di questo approccio potrà aiutare a prevenire l'insorgenza della malattia. Il successo di questa iniziativa permetterebbe di ridurre in modo considerevole il carico sanitario che le è associato, migliorando la qualità della vita dei pazienti.