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Contenuto archiviato il 2024-05-27

Lipidomic Analysis and functional study of the lipid biosynthesis of the plastid of Apicomplexa parasites

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Chiarire la biosintesi dei lipidi nel parassita della malaria

Il parassita che provoca la malaria, Plasmodium falciparum, rappresenta una grande sfida per gli scienziati di tutto il mondo. Un programma internazionale di borse di studio ha lavorato per rivelare l'importanza di una via biosintetica coinvolta nella riproduzione del parassita, e il modo in cui essa potrebbe essere sfruttata a livello terapeutico.

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Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la malaria rimane una delle principali cause di mortalità in tutto il mondo, con un milione di decessi all'anno. È causata dal parassita protozoo Plasmodium del phylum Apicomplexa, ed è trasmessa da un vettore zanzara. I parassiti Apicomplexa sono eucarioti unicellulari e mostrano similitudini delle vie metaboliche rispetto ai loro ospiti animali, ostacolando il bersagliamento terapeutico. Ma un elemento unico e vitale della biologia degli Apicomplexa è l'apicoplasto, acquisito attraverso l'endosimbiosi con le alghe. Considerata la sua origine vegetale, l'apicoplasto rappresenta un potenziale bersaglio farmacologico contro le malattie associate agli Apicomplexa. La sintesi degli acidi grassi nell'apicoplasto rappresenta una via promettente da bersagliare, perché è fondamentale per la biogenesi dei plastidi e la sintesi di membrana. In questo contesto il progetto APICOLIPID, finanziato dall'UE, mirava a far luce sul metabolismo lipidico degli apicoplasti, e sul suo ruolo nella sopravvivenza e proliferazione del parassita. Gli obiettivi scientifici del progetto richiedevano: identificare i prodotti lipidici sintetizzati all'interno dell'apicoplasto, ottenere maggiori informazioni sul loro destino a valle, caratterizzare gli enzimi coinvolti. Gli scienziati hanno sviluppato un nuovo metodo per la purificazione degli apicoplasti utilizzando anticorpi magnetici contro una proteina di membrana taggata e il conseguente ripristino dell'organello con l'aiuto di un magnete. Per la creazione dei profili lipidomici sono state utilizzate la gascromatografia (GC-) e cromatografia liquida (LC) per rivelare che gli apicoplasti erano ricchi di acidi grassi saturi. Nelle membrane dell'apicoplasto sono state individuate oltre 190 specie molecolari di lipidi, incluso il colesterolo. Considerando che i parassiti della malaria non hanno una via per la sintesi del colesterolo, gli scienziati hanno concluso che questa potrebbe essere recuperata dall'eritrocita ospite, e potrebbe essere sfruttata come intervento terapeutico. L'acido fosfatidico (PA) è l'unico precursore per la maggior parte dei lipidi di membrana, e l'enzima PfATS1, una glicerolo 3-fosfato aciltransferasi, è responsabile della sua sintesi. Lo studio APICOLIPID ha fornito prova dell'esistenza nell'apicoplasto di questa via per la sintesi del PA, e del fatto che PfATS1 potrebbe servire da potenziale bersaglio farmacologico. Nel loro insieme le scoperte degli scienziati di APICOLIPID offrono nuove prospettive per intervenire metabolicamente nel parassita della malaria. Vista la mancanza di un vaccino anti-malaria e l'insorgenza della farmacoresistenza del parassita agli attuali trattamenti, la comunità scientifica accoglie con favore lo sviluppo di terapie mirate e innovative di questo tipo per combattere questa malattia infettiva mortale.

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