Come sopravvivono i pesci che si nutrono di legno?
Il panaque nigrolineatus, un pesce gatto corazzato brasiliano, è in grado di mangiare e digerire il legno e di sopravvivere a lungo con una dieta basata esclusivamente su di esso. Questo pesce riesce a mantenere questo stile di vita xilofago, cioè alimentandosi di legno, grazie ai microbi presenti nel suo sistema digestivo, che digeriscono la cellulosa e fissano l’azoto, ma questi microbi non sono mai stati oggetto di studio. Il progetto METAXYLO (Metagenomic analysis of microbial communities involved in wood degradation in a xylophagic catfish), finanziato dall’UE, ha esaminato questi microbi e i geni che permettono loro di avere queste caratteristiche. Gli scienziati hanno allevato i pesci alimentandoli con una dieta a base esclusivamente di legno o di legno e di altri cibi, studiandone poi le comunità batteriche in diverse parti del tratto gastrointestinale. Il sequenziamento genetico ha rivelato che in ogni parte del tratto gastrointestinale sono presenti diverse comunità microbiche. Le specie sono risultate particolarmente numerose nella porzione cefalica dell’intestino primitivo e i ricercatori hanno mostrato che ogni zona (porzione cefalica, intestino medio, intestino caudale, intero lobo ausiliario) aveva comunità molto diverse tra loro, un aspetto che indica che ognuna di esse svolge una differente funzione digestiva. Il team METAXYLO ha identificato microorganismi molto simili che digeriscono la cellulosa e fissano l’azoto in altri ecosistemi ma questa è la prima volta che sono stati individuati batteri che fissano l’azoto nel tratto gastrointestinale di un vertebrato. Con il crescente ricorso a biocarburanti e bioplastiche, i batteri in grado di digerire la cellulosa sono sempre più richiesti. Le comunità batteriche e i geni identificati durante il progetto saranno quindi molto utili per i biotecnologi che lavorano in questi settori.
Parole chiave
Legno, pesce gatto, sistemi digestivi, xilofago, cellulosa, comunità microbiche, tratto gastrointestinale