I meccanismi neurali nell'attenzione concentrata
Tale capacità risulta carente in anziani, persone deprivate del sonno e persone con lesioni cerebrali e disturbi mentali, come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività e la schizofrenia. Il progetto ALERT AND FOCUSED ("Arousal, cortical signal-to-noise, and the ability to sustain attention"), finanziato dall'UE, è stato avviato per comprendere i meccanismi neurali implicati nel mantenimento di un'attenzione concentrata e per valutare gli effetti della formazione in stato vigile. Sono state utilizzate misurazioni tramite elettroencefalografia (EEG) e risposta elettrodermica (SCR), per identificare i meccanismi neurali implicati nell'attenzione concentrata in 32 soggetti, cui è stato affidato un compito impegnativo in termini di tempo, da eseguire per 80 minuti, con una motivazione monetaria offerta dopo 60 minuti. La valutazione ha rilevato una riduzione dell'eccitazione e della stabilità dei segnali corticali nel corso del tempo nelle regioni epicraniche frontali e occipitali, cui corrispondono prestazioni più scadenti e un declino dell'attenzione. La motivazione ha migliorato le prestazioni solo parzialmente per un breve periodo: se ne evince che l'esecuzione di attività prolungate può influenzare il controllo cognitivo. Tuttavia, non è possibile sminuire completamente l'importanza dell'utilizzo di meccanismi neurali compensativi per la concentrazione cosciente sui compiti da eseguire. È sorprendente che non sia stata rilevata alcuna associazione tra i valori registrati di SCR di eccitazione e variazioni nella stabilità dell'attenzione e delle prestazioni. Contrariamente ai risultati ottenuti da precedenti studi EEG, in cui erano state osservate modulazioni bilaterali dell'attenzione, i potenziali evento-correlati (ERP) evocati dallo stimolo iniziale sono stati osservati soltanto in un emisfero cerebrale. In altre parole, un'attenzione concentrata in un punto nello spazio ha prodotto ERP precoci completamente lateralizzati nella corteccia occipitale posteriore, eventualmente indicativi di modulazioni dall'alto verso il basso nell'elaborazione sensoriale successiva. Sono necessari ulteriori studi per esplorare l'influenza della struttura dei compiti sulle dinamiche del controllo dell'attenzione e l'elaborazione dello stimolo. Le attività del progetto hanno confermato il legame tra i deficit dell'attenzione e segnali corticali instabili nelle aree frontali e visive del cervello. Lo studio di meccanismi neurali sottostanti ha anche fornito nuove nozioni approfondite sulle opzioni terapeutiche dotate di potenziale. Tale esito ha importanti applicazioni nel campo didattico e clinico, in particolare nella riabilitazione di pazienti con lesioni cerebrali o disturbi mentali.
Parole chiave
Attenzione concentrata, vigile, obiettivo, comportamento, lesione cerebrale, deficit dell'attenzione, meccanismo neurale, elettroencefalografia, risposta elettrodermica, eccitazione, stabilità dei segnali corticali, frontale, occipitale, potenziale evento