Una nuova tecnica produce estratti dagli scarti di tè
Nell’ambito del progetto PLPWETEA (Value added utilization of black tea by-products using pressurized low polarity water extraction for the development of bioactive extracts), finanziato dall’UE, è stata ideata una serie di tecniche che consentono di recuperare polifenoli e saponine dagli scarti della lavorazione del tè, tra cui un metodo che sfrutta l’estrazione ad acqua pressurizzata a bassa polarità (Pressurised Low-Polarity Water, PLPW). Gli scienziati hanno eseguito test analitici e biologici per lo studio della resa e della bioattività chimica dei prodotti a base di tè nero, utilizzando le informazioni ottenute per la costruzione e l’ottimizzazione di un sistema di estrazione PLPW. Il team ha progettato e costruito un estrattore PLPW da laboratorio completamente operativo e ha sviluppato test per antiossidanti, antibatterici e antitumorali nei campioni di tè nero, in base ai quali l’iniziativa PLPWETEA ha riprogettato la tecnologia di estrazione per ottenere una resa e un livello di purezza ottimali degli estratti chimici. Per ottimizzare i parametri di processo dell’estrazione PLPW, i ricercatori hanno anche utilizzato modelli matematici che consentono di ottenere sia una maggiore resa sia la possibilità di ricavare nuovi prodotti bioattivi. Queste informazioni consentiranno di adattare l’estrattore a scopi commerciali. Il team PLPWETEA ha creato una metodologia consolidata e sostenibile per l’estrazione di composti commercialmente preziosi dai sottoprodotti e dagli scarti del tè nero. Il sistema si è rivelato estremamente efficace anche con gli scarti dei pistacchi e delle olive.
Parole chiave
Tè nero, prodotti a base di tè, bioattivo, polifenoli, saponine, acqua pressurizzata a bassa polarità