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Cell fusion-mediated reprogramming as neuronal rescue mechanism in Parkinson’s disease

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Dalla fusione delle cellule staminali la cura per il morbo di Parkinson

Il morbo di Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa più comune dopo la malattia di Alzheimer. La riprogrammazione cellulare mediata dalla fusione potrebbe portare allo sviluppo di una terapia radicalmente nuova in molti casi di patologie neurodegenerative per i quali, ancora oggi, non disponiamo di trattamenti efficaci.

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Tipicamente, la malattia di Parkinson è caratterizzata da tremore a riposo, lentezza dei movimenti, rigidità e instabilità posturale. I sintomi di questa patologia, che colpisce oltre l'1 % della popolazione di età superiore a 60 anni, sono attribuiti a una forte perdita di neuroni contenenti dopamina (DA) nel volume pigmentato del cervello chiamato substantia nigra pars compacta. La sostituzione dei neuroni DA danneggiati attraverso la loro fusione con le cellule staminali adulte, dopo il trapianto di cellule staminali del midollo osseo (BMSC), potrebbe consentire di ripristinare le funzioni neurologiche compromesse da questa malattia. Il progetto 'Cell fusion-mediated reprogramming as neuronal rescue mechanism in Parkinsons disease' (REPROGRAMMING FOR PD), finanziato dall'UE, ha cercato di verificare il meccanismo di riprogrammazione cellulare mediato dalla fusione in risposta alla malattia e ai danni tissutali, con l'obiettivo di valutare la possibilità di regolare le BMSC attraverso la riprogrammazione in vivo e potenziare così la fusione in risposta alla neurodegenerazione. I risultati precedenti dimostrano che l'attivazione del percorso Wnt/beta-catenina nelle cellule staminali embrionali potenzia notevolmente la riprogrammazione mediata dalla fusione con le cellule somatiche in vitro. I ricercatori hanno testato BMSC attivate e non attivate in un modello murino con malattia di Parkinson indotta chimicamente. Per valutare la rigenerazione a breve e a lungo termine, le cellule trapiantate sono state valutate in vista della riprogrammazione, differenziazione e trans-differenziazione in momenti diversi dopo il trapianto. Il team ha condotto inoltre vari test neurocomportamentali di disabilità motoria, per analizzare la persistenza del fenotipo della malattia di Parkinson dopo il trapianto di BMSC. In questi test critici, I topi con innesto di BMSC hanno perso solo il 15-20 % di neuroni DA, rispetto al 50-55 % perduto dai topi di controllo. Da questi risultati è emerso che il meccanismo di riprogrammazione cellulare mediato dalla fusione potrebbe consentire di sviluppare una nuova terapia per varie malattie neurodegenerative. La disponibilità di BMSC, oltre alla possibilità di differenziare le cellule staminali adulte in cellule neuronali, avrà un impatto di grande rilievo sulla medicina rigenerativa.

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