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Contenuto archiviato il 2024-05-27
Development of novel environmentally added-value surfactants and esters by biotechnological processes from fats and oils waste streams

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Bioprodotti ottimizzati ricavati dai rifiuti

Hotel, ristoranti, industrie di oli vegetali e produttori di biodiesel non rappresentano solo fonti di produzione economiche di oli, ma anche dei relativi rifiuti. L'utilizzo dei flussi di rifiuti per la produzione di bioprodotti quali biotensioattivi e oli esteri potrebbe determinare un drastico abbattimento dei costi di produzione.

Il progetto BIO-SURFEST(si apre in una nuova finestra) , finanziato dall'UE, è stato incentrato sulla produzione semi-industriale di queste due sostanze attraverso lo sfruttamento dei flussi di rifiuti. Nello specifico, gli esperti hanno sviluppato il processo di fermentazione per la produzione di biotensioattivi e utilizzato la catalisi enzimatica per l'ottenimento di oli esteri. Dalla caratterizzazione completa dei flussi è emerso che i rifiuti oleosi, quali ad esempio gli oli di cottura usati e i grassi impiegati nella ristorazione rappresentano i substrati più adatti alla produzione dei due bioprodotti. Gli esperti hanno inoltre analizzato altri flussi di rifiuti, tra cui le acque reflue degli oleifici e gli scarti dei formaggi, per poterli utilizzare come materie prime. Sono stati quindi definiti i requisiti e le specifiche per la produzione in laboratorio dei due processi biotecnologici. Nello specifico, i biotensioattivi presentavano le seguenti caratteristiche: atossicità, assenza di ossido di etilene, assenza di solfati, biodegradabilità e resistenza a condizioni di temperatura, pH e salinità estreme, mentre per gli oli esteri l'attenzione è stata rivolta alle seguenti proprietà: biodegradabilità, atossicità e compatibilità con materiali quali plastiche, resine, gomme ed elastomeri. Sulla base delle esigenze di mercato, i ricercatori si sono concentrati sulla produzione di alcuni biotensioattivi, tra cui il ramnolipide e il soforolipide, e di alcuni oli esteri, tra cui gli esteri etilici e i monoacilgliceroli. In seguito a una convalida efficace della catalisi fermentativa ed enzimatica in laboratorio, sono stati progettati impianti pilota finalizzati all'ampliamento della produzione. L'ottimizzazione e la convalida dei processi hanno condotto alla realizzazione di bioprodotti caratterizzati da un buon rendimento e da un livello di qualità omogeneo. Allo stesso tempo, il gruppo di lavoro ha eseguito una valutazione dell'impatto ambientale, un'analisi tecnico-economica e una valutazione del ciclo di vita ai fini di uno sfruttamento ottimale dei bioprocessi e dei bioprodotti creati. Problemi correlati alle economie di scala e alla maturità tecnologica fanno sì che la produzione di bioprodotti risulti più costosa rispetto alle controparti non biologiche. I partecipanti al progetto hanno quindi proposto due principali modelli commerciali incentrati sullo sviluppo commerciale di questo tipo di impianti e sulla produzione di bioprodotti. La sicurezza, l'atossicità e l'ecocompatibilità dei metodi e delle sostanze sviluppati rappresentano fattori fondamentali nell'ambito della strategia di sfruttamento. Si stima che il valore del mercato biologico dell'UE ammonti a qualche miliardo di euro e che tale realtà sia destinata a crescere. Oltre a garantire un aumento delle opportunità in termini occupazionali, la commercializzazione dei prodotti e dei processi concepiti nell'ambito dell'iniziativa promuoverà la competitività dell'UE in numerosi settori industriali.

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