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Development of novel environmentally added-value surfactants and esters by biotechnological processes from fats and oils waste streams

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Bioprodotti ottimizzati ricavati dai rifiuti

Hotel, ristoranti, industrie di oli vegetali e produttori di biodiesel non rappresentano solo fonti di produzione economiche di oli, ma anche dei relativi rifiuti. L'utilizzo dei flussi di rifiuti per la produzione di bioprodotti quali biotensioattivi e oli esteri potrebbe determinare un drastico abbattimento dei costi di produzione.

Cambiamento climatico e Ambiente icon Cambiamento climatico e Ambiente

Il progetto BIO-SURFEST , finanziato dall'UE, è stato incentrato sulla produzione semi-industriale di queste due sostanze attraverso lo sfruttamento dei flussi di rifiuti. Nello specifico, gli esperti hanno sviluppato il processo di fermentazione per la produzione di biotensioattivi e utilizzato la catalisi enzimatica per l'ottenimento di oli esteri. Dalla caratterizzazione completa dei flussi è emerso che i rifiuti oleosi, quali ad esempio gli oli di cottura usati e i grassi impiegati nella ristorazione rappresentano i substrati più adatti alla produzione dei due bioprodotti. Gli esperti hanno inoltre analizzato altri flussi di rifiuti, tra cui le acque reflue degli oleifici e gli scarti dei formaggi, per poterli utilizzare come materie prime. Sono stati quindi definiti i requisiti e le specifiche per la produzione in laboratorio dei due processi biotecnologici. Nello specifico, i biotensioattivi presentavano le seguenti caratteristiche: atossicità, assenza di ossido di etilene, assenza di solfati, biodegradabilità e resistenza a condizioni di temperatura, pH e salinità estreme, mentre per gli oli esteri l'attenzione è stata rivolta alle seguenti proprietà: biodegradabilità, atossicità e compatibilità con materiali quali plastiche, resine, gomme ed elastomeri. Sulla base delle esigenze di mercato, i ricercatori si sono concentrati sulla produzione di alcuni biotensioattivi, tra cui il ramnolipide e il soforolipide, e di alcuni oli esteri, tra cui gli esteri etilici e i monoacilgliceroli. In seguito a una convalida efficace della catalisi fermentativa ed enzimatica in laboratorio, sono stati progettati impianti pilota finalizzati all'ampliamento della produzione. L'ottimizzazione e la convalida dei processi hanno condotto alla realizzazione di bioprodotti caratterizzati da un buon rendimento e da un livello di qualità omogeneo. Allo stesso tempo, il gruppo di lavoro ha eseguito una valutazione dell'impatto ambientale, un'analisi tecnico-economica e una valutazione del ciclo di vita ai fini di uno sfruttamento ottimale dei bioprocessi e dei bioprodotti creati. Problemi correlati alle economie di scala e alla maturità tecnologica fanno sì che la produzione di bioprodotti risulti più costosa rispetto alle controparti non biologiche. I partecipanti al progetto hanno quindi proposto due principali modelli commerciali incentrati sullo sviluppo commerciale di questo tipo di impianti e sulla produzione di bioprodotti. La sicurezza, l'atossicità e l'ecocompatibilità dei metodi e delle sostanze sviluppati rappresentano fattori fondamentali nell'ambito della strategia di sfruttamento. Si stima che il valore del mercato biologico dell'UE ammonti a qualche miliardo di euro e che tale realtà sia destinata a crescere. Oltre a garantire un aumento delle opportunità in termini occupazionali, la commercializzazione dei prodotti e dei processi concepiti nell'ambito dell'iniziativa promuoverà la competitività dell'UE in numerosi settori industriali.

Parole chiave

Flusso di rifiuti, biotensioattivo, olio estere, fermentazione, catalisi enzimatica, olio di cottura usato, ramnolipide, soforolipide, estere etilico, monoacilglicerolo, pilota, ambientale, ciclo di vita, modello aziendale

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