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L'origine dei gruppi consultivi esterni

Strategia e trasparenza erano gli obiettivi primari che occupavano la mente di Jack Metthey quando concepì l'idea dei gruppi consultivi esterni (GCE) per il quinto programma quadro. Dopo la decisione da parte della Commissione europea di aprirsi a modifiche nel corso del quint...

Strategia e trasparenza erano gli obiettivi primari che occupavano la mente di Jack Metthey quando concepì l'idea dei gruppi consultivi esterni (GCE) per il quinto programma quadro. Dopo la decisione da parte della Commissione europea di aprirsi a modifiche nel corso del quinto programma quadro, Metthey, che a quel tempo era un alto consulente presso la Direzione generale della Ricerca, pensò di chiamare a partecipare anche le persone coinvolte nei programmi. Ciò avrebbe avuto il duplice scopo, da un lato, di aprire le attività della Commissione al mondo esterno e, dall'altro, di trarre vantaggio dall'esperienza specifica e dalla consulenza di specialisti appartenenti all'industria ed all'ambiente accademico. "Volevamo migliorare i collegamenti tra i diversi personaggi del mondo della ricerca, dell'industria e degli utenti che occupano ruoli di primo piano nei programmi, nel momento in cui stavamo cercando di migliorarne la gestione", ha affermato Metthey. "Dovrebbe trattarsi di un processo bidirezionale: noi ci apriamo al mondo esterno e, in cambio, gli esperti capiscono meglio come lavoriamo e - ci auguriamo- trasmettono un po' di questo a chi si trova al di fuori." La cosa sembra aver funzionato. Ulf Olsson, presidente del gruppo consultivo esterno sull'aeronautica, ha riferito che i membri del suo gruppo hanno tratto vantaggio da rapporti sempre più positivi con la Commissione. "Prima temevamo che la Commissione fosse eccessivamente burocratizzata, ma le persone con cui sono entrato in contatto finora si sono dimostrate entusiaste e di grande aiuto e questo voglio che lo sappiano tutti: ascoltano quello che diciamo e fanno del proprio meglio per attuare ciò che pensiamo sia necessario." I gruppi sono stati istituiti il 20 novembre 1998, con la selezione di 278 esperti che formano 17 gruppi. Tali gruppi hanno lo scopo di fornire servizi di consulenza indipendente alla Commissione riguardo all'attività di ricerca condotta in seno alle azioni chiave del quinto programma quadro. Essi forniscono la propria consulenza in materia di contenuti e di orientamento delle azioni chiave, quali ad esempio: la stesura di dettagliati programmi di lavoro, la definizione di metodi verificabili per il conseguimento degli obiettivi, ove possibile, e la consulenza su un nuovo orientamento del programma, se necessario. Benché la Commissione non sia obbligata ad accettare le decisioni dei GCE, i loro contributi sono considerati preziosi. I membri dei gruppi sono nominati a titolo personale, cioè indipendentemente dall'organizzazione o dal paese di provenienza, per un periodo di due anni, tra grandi industriali, ricercatori universitari, fruitori della ricerca, membri degli organi di regolamentazione e rappresentanti di altri enti orientati verso la ricerca. Di regola devono essere cittadini degli Stati membri, ma presto saranno invitati a partecipare ai gruppi anche i cittadini dei paesi associati al programma quadro. La Commissione sceglie i membri dei gruppi in modi diversi: alcuni nomi sono proposti dai vari dipartimenti della Commissione ed altri sono suggeriti dagli Stati membri. Inoltre, nel 1998 la Commissione ha pubblicato un invito sulla Gazzetta ufficiale che sollecitava le persone qualificate a fare domanda o a proporre dei nomi, al quale hanno risposto quasi 5.000 persone. "I membri dei gruppi devono essere competenti, indipendenti e capaci di visione strategica", spiega Metthey. Anche se le donne rappresentavano solo il 10 per cento di coloro che hanno presentato domanda, l'alto livello di competenza ha permesso alla Commissione di aumentare di quasi il 30 per cento la loro presenza complessiva nei gruppi, con circa la metà di essi presieduta da una donna. Vi sono altri organismi coinvolti nei programmi quadro, ma il ruolo dei GCE è molto particolare. I comitati di programma, composti da rappresentanti dei governi degli Stati membri, esprimono un'opinione formale sulle proposte della Commissione riguardanti la redazione e l'aggiornamento dei piani di lavoro per i programmi specifici e sulle azioni di ricerca proposte per il finanziamento da parte della Commissione. A sua volta, la Commissione deve fornire loro informazioni sui progressi generali del programma quadro. I comitati lavorano sulla base della maggioranza qualificata e, se non accettano una proposta, la stessa può essere successivamente presentata dalla Commissione al Consiglio. Il ruolo dei GCE è invece meno formale, pur essendo richiesta la loro opinione prima che le proposte siano sottoposte all'attenzione dei comitati di programma. "Anche se non siamo obbligati ad accettare i loro consigli, ascoltiamo con grande attenzione ciò che hanno da dire: non avrebbe senso fare il contrario!", ha affermato Metthey. Inoltre, i presidenti di tutti i gruppi consultivi si riuniscono di tanto in tanto per discutere l'orientamento generale dei programmi e la valorizzazione dei risultati. Entro breve ricopriranno 17 dei 60 seggi del Forum europeo sulla ricerca che sarà organizzato nei prossimi mesi, fornendo in tal modo il loro contributo strategico riguardo alle attività di ricerca ed al programma quadro. La struttura dei GCE è contrassegnata da una flessibilità intrinseca in linea con le moderne tecniche di gestione che la Commissione sta introducendo. I risultati dipenderanno in gran parte dalle singole persone coinvolte e dalla specifica dinamica di gruppo. "Otteniamo qualcosa da tutto ciò che possono dare", assicura Metthey. "È una questione individuale: alcuni gruppi sono più attivi di altri, ma noi li giudichiamo positivamente tutti."

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