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Dibattito sulla protezione dei dati europei

A seguito dell'audizione tenutasi al Parlamento europeo a Bruxelles il 22 e 23 febbraio 2000, l'Unione europea si è avvicinata maggiormente alla definizione di un quadro giuridico coerente per la protezione dei dati, nonché di un accordo di cooperazione con gli Stati Uniti d'A...

A seguito dell'audizione tenutasi al Parlamento europeo a Bruxelles il 22 e 23 febbraio 2000, l'Unione europea si è avvicinata maggiormente alla definizione di un quadro giuridico coerente per la protezione dei dati, nonché di un accordo di cooperazione con gli Stati Uniti d'America. Tale iniziativa è volta a potenziare lo sviluppo del mercato del commercio elettronico in Europa, attraverso la definizione di misure di controllo e di garanzie per i consumatori che trasmettono informazioni riservate per mezzo di Internet. Durante l'incontro si è discusso dei diversi aspetti giuridici e tecnologici della tutela della privacy e si sono compiuti alcuni passi verso il raggiungimento di un livello di armonizzazione delle norme esistenti sia all'interno, sia al di fuori dell'Europa. Dopo otto ore di negoziati tra il direttore generale del Mercato interno dell'Unione europea John Mogg e il segretario di Stato al Commercio degli Stati Uniti d'America David Aaron, gli USA e l'UE hanno dichiarato di aver compiuto notevoli progressi verso la conclusione di un accordo politico volto a facilitare i reciproci trasferimenti di dati. La disputa tra l'Unione europea e gli Stati Uniti nacque a seguito dell'adozione, da parte dell'UE, di una direttiva contente una clausola che sanciva la non trasferibilità dei dati verso quei paesi nei quali non esistevano adeguati livelli di protezione. Fin dal 1998, l'Unione europea e gli Stati Uniti sono impegnati nella ricerca di un "porto sicuro" (ovvero un pacchetto di princìpi che le società americane sottoscriverebbero volontariamente e a cui sarebbero in seguito vincolate), in grado di soddisfare la direttiva della Commissione sulla protezione dei dati. Entrambe le parti hanno affermato di aver compiuto una svolta in materia di applicazione delle norme, grazie alla quale, dicono, dovrebbe essere possibile raggiungere un accordo politico entro la scadenza prevista per il mese di marzo, quando l'accordo verrà sottoposto all'esame di una commissione dei paesi membri dell'UE. Quando Frits Bolkestein, il commissario responsabile per il Mercato interno, incontrò David Aaron prima dell'inizio dei negoziati, gli disse: "Vogliamo un sistema che faciliti il trasferimento dei dati personali verso gli Stati Uniti sia per le autorità, sia per le società europee interessate e che garantisca che i dati trasferiti godano di un'adeguata protezione negli Stati Uniti". In seguito, intervenendo alla conferenza, Bolkestein ha affermato che le violazioni al diritto alla riservatezza potrebbero diventare sempre più frequenti a seguito degli sviluppi tecnologici. "A mio parere è necessario adottare norme vincolanti a livello internazionale", ha affermato il Commissario, aggiungendo che il contesto dove tali negoziati dovrebbero avere luogo è l'Organizzazione mondiale del commercio. Durante le audizioni parlamentari, Marc Rotenburg, direttore dell'"Electronic Privacy Information Centre" (Centro informativo per la privacy elettronica) statunitense, ha esortato l'Unione europea a mantenere ferma la propria posizione nei confronti degli Stati Uniti in materia di norme per la protezione dei dati. Rotenburg ha ammesso il fallimento, negli Stati Uniti, dell'autoregolamentazione nel settore della tutela della privacy del consumatore su Internet e si è espresso vigorosamente a favore di un quadro giuridico come quello racchiuso nella direttiva europea sulla protezione dei dati e dell'adozione di tecniche che valorizzino la privacy. "La proposta "porto sicuro" attualmente allo studio dell'UE, minaccia gli interessi dei consumatori di tutto il mondo", ha affermato Rotenburg. "È un attacco allo stato di diritto e al diritto alla riservatezza". L'audizione, organizzata dalla Commissione per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni e dalla Commissione per gli affari giuridici e il mercato interno, ha sfiorato diverse altre questioni riguardanti la protezione dei dati nell'Unione europea, tra cui l'attuazione di una direttiva sulla protezione dei dati. Il rappresentante del Consiglio d'Europa Marie-Odile Wiederkehr ha proposto la redazione di una convenzione internazionale che includa la protezione dei dati e la tutela dei diritti dell'uomo in generale, le linee guida per l'interpretazione, le norme per la composizione delle controversie e i rapporti con altre convenzioni. L'autore britannico Duncan Campbell ha presentato una relazione nella quale si afferma l'esistenza di una rete internazionale di sorveglianza nota come "Echelon", dal suo nome in codice. La rete, sotto la direzione della "National Security Agency" (l'ente per la sicurezza nazionale) degli Stati Uniti e del GCHQ, i servizi segreti britannici, viene presumibilmente utilizzata a scopo di spionaggio industriale, oltre che per fini militari. La relazione afferma che la rete costituisce una violazione ai diritti alla riservatezza. Il presidente della commissione per le libertà dei cittadini Graham Watson ha dichiarato che spetta ora ai gruppi politici decidere quale ulteriore azione si debba intraprendere su questa questione, anche se, a parer suo, le prove fornite dalla relazione Campbell non sono sufficienti ad avvalorare la tesi di spionaggio industriale. Su richiesta del capogruppo belga dei Verdi Paul Lannoye, la Conferenza dei presidenti ha deciso di inserire un dibattito sul caso "Echelon" nell'ordine del giorno della sessione plenaria del 30 marzo.

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