L'energia elettrica viaggia sulla cresta dell'onda
Gli sforzi compiuti per sfruttare l'energia generata dagli oceani giungeranno questo mese ad una svolta, grazie al lancio di un nuovo "dispositivo sperimentale di sfruttamento dell'energia delle onde" che avverrà a Plymouth (Regno Unito). Tale dispositivo, che misura all'incirca 4,5 m di diametro e che si estende per circa 12 m al di sotto della superficie marina, verrà ormeggiato in prossimità di Plymouth Sound. Un consorzio europeo composto da piccole società e atenei e coordinato dall'Università di Plymouth, ha trascorso gli ultimi 18 mesi lavorando a tale dispositivo e ha ottenuto cospicui finanziamenti nell'ambito del programma CRAFT della Commissione europea. I progetti CRAFT promuovono la collaborazione tra le piccole imprese e le università di tutta Europa al fine di elaborare innovazioni risolutive. Sebbene l'idea di generare elettricità sfruttando il mare non sia di per sé molto originale, da anni gli scienziati di tutto il mondo si arrovellano su come trasformare l'energia del moto ondoso in fonte energetica sostenibile. Con questo nuovo congegno, tuttavia, si spera di riuscire a risolvere il problema. Il suo funzionamento si basa sul principio delle colonne d'acqua multiple che oscillano con il moto ondoso marino. Lo spostamento d'aria nelle colonne al di sopra della superficie dell'acqua alimenta una turbina ad aria, producendo energia. "Sebbene ci troviamo ancora in fase sperimentale, le ricerche condotte fino ad oggi mostrano che il dispositivo è in grado di generare elettricità in modo più efficiente e in quantità maggiore rispetto ai tentativi precedenti. In pratica si tratta, a differenza di molti altri congegni, di una boa lasciata libera di fluttuare: ciò significa, che non solo tale dispositivo è in grado di muoversi al ritmo del moto ondoso e quindi di resistere meglio alle tempeste, ma anche che esiste un numero minore di restrizioni alla sua ubicazione ", affermano i ricercatori dell'Università di Plymouth. Tale tecnologia potrebbe essere utilizzata per fornire energia elettrica alle isole lontane e agli impianti in mare aperto, le cui comunità ricorrono attualmente ai tradizionali mezzi di produzione energetica, consumando preziose risorse naturali. Al contrario, secondo l'équipe di ricerca, le onde marine sono una fonte rinnovabile e la tecnologia che ne sfrutta l'energia può costituire un'alternativa pulita, discreta e vantaggiosa dal punto di vista economico. "A lungo termine, l'energia generata con tale tecnologia potrebbe servire le città costiere, contribuire a soddisfare il fabbisogno energetico nazionale e, in ultima istanza, ad integrare la produzione energetica della rete nazionale, senza generare inquinanti o residui tossici", aggiungono i ricercatori. Dopo il lancio, in luglio, i ricercatori avranno bisogno di altri sei mesi per testare e valutare il dispositivo. Una speciale attrezzatura collocata all'interno dello stesso trasmetterà informazioni a terra, così da consentire all'équipe di monitorarne costantemente la prestazione. Il dispositivo si basa su un singolare principio, inventato e brevettato da una piccola società britannica, la Embley Energy Ltd, che ha incaricato l'Università di Plymouth di sviluppare e testare le proprie teorie.