L’impatto dell’invecchiamento e della dieta sulla performance cognitiva
I ricercatori del progetto NUVASCOG (Nutrition and microvascular dynamics in cognitive health) hanno lavorato per generare nuove conoscenze sui meccanismi microvascolari del declino cognitivo. L’ipotesi centrale era che il cattivo funzionamento della plasticità microvascolare del cervello come conseguenza di invecchiamento, dieta o malattia sia un meccanismo fondamentale nel declino cognitivo. Il primo obiettivo del progetto era testare questa ipotesi. Il secondo era identificare vie di segnalazione che reagissero ai folati che regolano la plasticità microvascolare nel cervello in ratti giovani e vecchi. Sulla base della ricerca precedente il team ha implementato una serie di studi, combinando importanti sistemi sperimentali per valutare il comportamento animale, la fisiologia cerebrovascolare e l’anatomia neurovascolare. Si è previsto che la deficienza di folati e l’invecchiamento possono limitare la circolazione cerebrale e la consegna di ossigeno riducendo la plasticità microvascolare e causando deficit cognitivi. Utilizzando un modello animale potenziale del deficit cognitivo vascolare i ricercatori hanno sottoposto ratti vecchi e giovani a regimi regolari o con carenza di folati. Nei ratti giovani la carenza di folati causava riduzione del volume del sangue cerebrale, parzialmente mitigata da supplementazione dietetica con metionina. Il ripristino di un normale apporto di folati portava all’inversione nella riduzione del volume ematico cerebrale. Questa scoperta è importante per il primo obiettivo del progetto. L’attività sperimentale ha rivelato che gli effetti dell’invecchiamento erano maggiori degli effetti della dieta: l’invecchiamento sembra ridurre la densità del letto microvascolare cerebrale indipendentemente dalla dieta. Rispetto al secondo obiettivo del progetto NUVASCOG ha identificato vie di segnalazione che rispondono ai folati e alla metionina, inclusi geni di segnalazione vascolare, metabolici e infiammatori nel tessuto cerebrale. I ratti giovani non presentavano alcun deficit cognitivo come conseguenza della dieta, mentre l’invecchiamento, rispetto ai ratti più giovani, causava un decremento significativo della performance cognitiva. Come con i ratti giovani neanche nei ratti vecchi sono stati identificati deficit cognitivi causati dalla dieta. Le scoperte del progetto indicano una circolazione ridotta nel cervello attribuibile all’età come causa potenziale del declino cognitivo. Ciò conferma le scoperte trasversali negli esseri umani adulti sia giovani che anziani. NUVASCOG ha fornito informazioni implementabili nei fattori dietetici (per lo stile di vita) che creano rischio di deficit cognitivi e demenza negli adulti più vecchi. Il lavoro può quindi procedere con interventi che prevengano o mitighino il pesante carico che queste condizioni rappresentano per i singoli individui e la società in generale.