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Annunciata dagli scienziati la prima scimmia geneticamente modificata

Una scimmia neonata portatrice di un frammento in più di DNA è il primo esemplare di primato non umano geneticamente modificato. Gli scienziati sperano che questa scimmia, che ha adesso tre mesi di vita, potrà contribuire all'elaborazione di nuove cure per numerose malattie tr...

Una scimmia neonata portatrice di un frammento in più di DNA è il primo esemplare di primato non umano geneticamente modificato. Gli scienziati sperano che questa scimmia, che ha adesso tre mesi di vita, potrà contribuire all'elaborazione di nuove cure per numerose malattie tra le quali il diabete, il cancro del seno, il morbo di Parkinson e l'AIDS. La scimmia Rhesus - alla quale è stato dato il nome di "ANDi", ovvero le iniziali di "inserted DNA" (DNA inserito) in senso inverso - è nata il 2 ottobre dopo che all'uovo non ancora fecondato era stato aggiunto un gene. Tale gene ha l'aspetto di una proteina verde fluorescente e funge da marcatore, che può essere facilmente individuato nel DNA di ANDi. A parte tale caratteristica, per tutto il resto ANDi è una scimmia del tutto normale, secondo quanto affermano i ricercatori. "ANDi è robusto e gioca normalmente con i suoi due compagni di giochi", ha dichiarato Gerald Schatten dell'Oregon Regional Primate Research Centre dell'Oregon Health Sciences University di Portland (Oregon, USA) la cui ricerca è oggetto di un articolo pubblicato sul numero del 12 gennaio della rivista "Science". Schatten è persuaso che questi ultimi risultati costituiscono soltanto i primi passi verso l'individuazione di trattamenti più efficaci delle malattie negli esseri umani: "Potremmo con la stessa facilità introdurre, per esempio, un gene della malattia di Alzheimer per accelerare l'elaborazione di un vaccino per quella malattia. In questo modo contiamo di colmare il divario scientifico tra i topi transgenici e gli esseri umani. Potremmo anche ottenere risposte più precise da un numero inferiore di animali, accelerando nel contempo la scoperta di cure mediante la medicina molecolare", afferma Schatten. Il team di ricercatori che ha lavorato per arrivare ad ANDi è stato diretto da Anthony W.S. Chan e dallo stesso Schatten. Tuttavia il lavoro è stato tutt'altro che facile: il team ha modificato 224 cellule uovo e dalla loro fecondazione sono derivati 40 embrioni che hanno a loro volta dato luogo a cinque gravidanze, dalle quali hanno visto la luce tre nati vivi. ANDi è l'unico dei neonati in buona salute nel quale è stata riscontrata l'integrazione ben riuscita del gene e l'analisi del DNA ha confermato che ANDi è portatore del gene "GFP" (gene fluorescent protein - proteina genetica fluorescente), isolato originariamente nelle meduse luminescenti. Il team di ricerca sottolinea però che la scimmia non è fluorescente, poiché il gene GFP può non esprimere in realtà quella proteina, anche se ciò potrebbe svilupparsi nel corso della crescita di ANDi. Il pensiero della possibilità di produrre attraverso l'ingegneria genetica delle "scimmie luminescenti" potrebbe evocare un quadro sinistro in qualcuno; tuttavia Schatten, che ha effettuato con successo la prima clonazione di una scimmia mediante divisione dell'embrione, ritiene che tale tipo di ricerca sia essenziale per la lotta contro le malattie. "Le scimmie come ANDi e Tetra, la scimmia clonata, ci aiuteranno in breve tempo, ma in modo sicuro, a stabilire se le terapie innovative sono sicure ed efficaci", ha dichiarato Schatten, aggiungendo: "Sarà presto possibile introdurre marcatori che possono essere monitorati mediante tecniche non invasive come la MRI (magnetic resonance imaging - immagini a risonanza magnetica) o la TEP (tomografia ad emissione di positroni), per scoprire le fasi di sviluppo che conducono a patologie quali il diabete, le malattie cardiovascolari e persino le malattie mentali".

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