Una task force europea è diretta in Ecuador
Tre esperti della Task force europea che si occupa di inquinamento marino accidentale sono partiti per l'Ecuador, poiché questa nazione ha richiesto assistenza per ripulire la chiazza di petrolio che minaccia l'area incontaminata delle Galapagos. I tre esperti, provenienti dalla Spagna, dalla Francia e dal Regno Unito, sono specializzati in materia di biodiversità e in aspetti operativi e tecnici correlati con l'inquinamento marino. Essi aiuteranno le autorità ecuadoregne a definire i metodi migliori per minimizzare l'impatto dell'inquinamento e per garantire il risanamento delle zone colpite. Si tratta del primo intervento importante della Commissione nell'ambito del nuovo quadro comunitario di cooperazione contro l'inquinamento marino, istituito l'anno scorso. Qualsiasi ulteriore azione comunitaria o aiuto finanziario per contribuire a ripulire la chiazza dipenderà dalla valutazione degli esperti in merito alla situazione. Secondo fonti del ministero dell'Ambiente ecudoregno, il 23 gennaio la nave cisterna "Jessica" incagliata ha riversato circa 400 tonnellate di petrolio vicino a San Cristobal, al largo della costa dell'Ecuador. Costruita 30 anni fa, "Jessica" trasportava circa 600 tonnellate di combustibile diesel e 300 tonnellate di un combustibile denominato IFO che contiene "bunker". "Il gasolio evaporerà piuttosto velocemente (in qualche dozzina di ore), il tempo effettivo dipenderà dalle condizioni (temperatura, venti e situazione del mare)", hanno riferito gli esperti della Commissione. Ma il bunker è più persistente nell'ambiente e minaccia di danneggiare specie animali e vegetali rare e di valore inestimabile in zone sensibili dell'arcipelago. L'Ecuador ha dichiarato lo stato d'emergenza.