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Contenuto archiviato il 2024-06-18

Safety in numbers or beware thy neighbour: collective motion and disease transmission in a migratory pest

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La lotta biologica contro i parassiti

La lotta alle epidemie parassitarie tramite approcci biologici sta guadagnando terreno sui pesticidi chimici. Alcuni ricercatori europei hanno studiato il modo in cui le infezioni parassitarie sono influenzate dalla nutrizione e dalle condizioni ambientali.

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Secondo la teoria dell’ecologia evolutiva il rischio di malattia è una funzione della densità dell’ospite. Da ciò si può dedurre che gli ospiti che vivono in alte densità affrontano un rischio maggiore di contrarre malattie, e devono investire maggiormente nella difesa contro parassiti e patogeni. Questa ipotesi è nota come profilassi positiva densità-dipendente, e si manifesta in diversi parassiti delle colture, inclusa la Spodoptera exempta, un parassita africano dell’ordine dei lepidotteri. La locusta distruttiva per le colture denominata Chortoicetes terminifera (APL, Australian plague locust) costituisce un’eccezione al suddetto principio evolutivo. In questo insetto determinate funzioni immunitarie chiave tendono a essere minori nei gruppi piuttosto che negli insetti solitari. L’obiettivo del progetto LOCDIS, finanziato dall’UE, era determinare perché certe specie sono presenti con tali strategie immunologiche e comportamentali contrapposte per combattere la trasmissione della malattia. In questo contesto il consorzio ha studiato a fondo il pattern spaziale e temporale delle epizoozie naturali delle malattie nelle popolazioni di APL. Utilizzando sequenziamento del DNA di nuova generazione i ricercatori hanno identificato quali ceppi microbici erano associati a differenti popolazioni di locuste in libertà. Hanno poi confrontato la funzione immunitaria e la resistenza alle malattie nelle locuste allevate in gruppi o in condizioni solitarie. A tal fine hanno testato la sopravvivenza di differenti insetti rispetto al fungo Metarhizium acridum. Hanno anche quantificato l’impatto dell’alimentazione delle locuste sulla funzione immunitaria, sul comportamento dell’ospite e la resistenza alla malattia. Gli scienziati hanno scoperto che le proteine della dieta influenzavano le risposte immunitarie in misura maggiore rispetto ai carboidrati, ma non erano comunque sufficienti per proteggere le locuste dalla malattia fungina. Una teoria proposta era che il fungo si nutrisse della proteina nell’emolinfa degli insetti, sopraffacendo così gli effettori immunitari dell’ospite. Nelle popolazioni di locuste in libertà la funzione immunitaria era strettamente associata al contenuto di proteina dell’emolinfa e al contenuto lipidico corporeo, sottolineando chiaramente l’importanza della fisiologia nutrizionale per la sopravvivenza della locusta. Queste scoperte hanno ovvie implicazioni per le epidemie parassitarie e l’impiego di pesticidi biologici nel controllo delle popolazioni di locuste.

Parole chiave

Lotta ai parassiti, ecologia evolutiva, rischio di malattia, densità degli ospiti, locuste, patogeni degli insetti

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