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Una nuova relazione afferma che la mobilità dei ricercatori è fondamentale per la realizzazione del SER

Una recente relazione del Gruppo di esperti di alto livello dedicata al miglioramento della mobilità dei ricercatori indica che è indispensabile agire per rimuovere le attuali barriere alla libera circolazione dei ricercatori, affinché il proposto Spazio europeo della ricerca ...

Una recente relazione del Gruppo di esperti di alto livello dedicata al miglioramento della mobilità dei ricercatori indica che è indispensabile agire per rimuovere le attuali barriere alla libera circolazione dei ricercatori, affinché il proposto Spazio europeo della ricerca (SER) diventi realtà. La relazione, stampata lo scorso aprile e recentemente pubblicata su Internet, ha esaminato sia i trasferimenti tra paesi diversi (mobilità transnazionale) sia tra l'industria ed il mondo accademico e tra i settori pubblico e privato (mobilità intersettoriale). Il Gruppo ha rilevato che i ricercatori, in particolare quelli provenienti da paesi terzi (non appartenenti all'UE), incontrano una pletora di ostacoli amministrativi alla mobilità transnazionale. I ricercatori appartenenti ai paesi terzi, o quelli la cui famiglia include cittadini dei paesi terzi, devono affrontare fastidiose difficoltà correlate con i requisiti per ottenere visti, permessi di residenza e di lavoro. Inoltre le limitazioni all'immigrazione spesso impediscono a chi non è cittadino comunitario di assumere la residenza nel paese ospitante per un periodo superiore ad un breve soggiorno, o per esercitarvi un'attività lavorativa. Anche le differenze tra i sistemi di previdenza sociale e tra i livelli di tassazione dei vari Stati membri possono rendere poco attraente il trasferimento da quei paesi che offrono prestazioni sociali di alto livello (ad esempio, un lungo congedo per maternità) verso i paesi con un alto livello di tassazione e di oneri sociali. In alcuni casi, i ricercatori all'estero devono pagare per prestazioni sociali, quali l'indennità di disoccupazione, che non hanno il diritto di ricevere. Il rischio della doppia imposizione e della perdita dei contributi pensionistici riducono ulteriormente l'attrattiva di un trasferimento all'estero per svolgere attività di ricerca. Tuttavia il Gruppo ha sottolineato diversi esempi di buone prassi in questo campo. In Francia, ad esempio, i detentori di visti per motivi scientifici sono esentati dal permesso di lavoro. Inoltre viene rilasciato automaticamente un permesso di lavoro al coniuge. La Germania adotta un approccio analogamente illuminato, rendendo meno rigide le norme in materia di permesso di lavoro per i ricercatori di paesi terzi sovvenzionati nell'ambito di programmi comunitari. Oltre agli ostacoli burocratici che devono affrontare molti di coloro che sono disposti a trasferirsi, il Gruppo ha anche individuato un gran numero di difficoltà di ordine sociale, culturale e pratico, che possono ostacolare la libera circolazione dei ricercatori. Uno degli ostacoli principali è l'assenza di fonti di informazione coordinate ed esaustive. Le informazioni reperibili su Internet sono spesso obsolete ed imprecise. Questa scarsità di notizie coerenti è spesso aggravata dalla mancanza di sostegno personalizzato per risolvere problemi giuridici e pratici. Anche i problemi quotidiani possono esacerbare le difficoltà dei ricercatori stranieri. La non conoscenza della lingua locale, che costituisce un problema minore nell'ambiente dei laboratori dove spesso si usa una lingua comune, può ostacolare l'integrazione sociale e complicare la vita di ogni giorno. Ciò può essere particolarmente grave per i familiari al seguito, quali i figli. Sul piano personale, l'interruzione della carriera del coniuge e dell'istruzione dei figli possono spesso creare disagio, anch'esso peggiorato dalla carenza di sostegno e di informazioni. Alcuni paesi però, quali la Francia, i Paesi Bassi, la Finlandia ed il Regno Unito, dispongono di siti Internet che forniscono informazioni a livello nazionale sulle opportunità e sulle normative. In Francia, la Fondazione Kastler offre assistenza personalizzata ai ricercatori provenienti dall'estero, e diversi paesi offrono corsi di lingua per i familiari. Il Gruppo ha anche esaminato diversi fattori che possono distogliere i ricercatori fin dall'inizio dal tentativo di aggiungere una dimensione europea alle proprie carriere. Anche se i trasferimenti internazionali possono aumentare l'attrattiva della carriera scientifica e contribuire a controbilanciare il pericolo di una futura carenza di ricercatori, esistono attualmente molti fattori che trasformano tale mobilità in uno svantaggio. I ricercatori che sono stati lontani dal proprio sistema nazionale di ricerca spesso hanno difficoltà a trovare lavoro al rientro, ed i ricercatori con incarichi permanenti possono scoprire che il tempo trascorso all'estero non viene riconosciuto ai fini dell'avanzamento di carriera o in termini di valore intellettuale. L'attrattiva del lavoro di ricerca all'estero è altresì limitata da problemi quali l'inadeguatezza dei finanziamenti e la difficoltà di ottenere il riconoscimento delle qualifiche estere. In alcuni Stati membri si sono comunque compiuti dei progressi verso la risoluzione di questi problemi. È attivo un ampio spettro di programmi per la mobilità transnazionale a livello sia della Comunità europea sia degli Stati membri. Il Portogallo, ad esempio, tra il 1994 ed il 1999, ha aumentato del 50 per cento il numero di borse di mobilità per i ricercatori stranieri in arrivo nel paese. Il Gruppo ha anche osservato che è indispensabile stimolare maggiormente i rapporti tra l'industria ed il mondo accademico, al fine di ottenere il massimo vantaggio economico dai nuovi progressi della tecnologia, nonché di rispondere adeguatamente alle esigenze della globalizzazione. La mobilità intersettoriale dei ricercatori è generalmente ritenuta un meccanismo utile per la promozione di tali rapporti, ed è particolarmente importante se si considera la bassa proporzione di ricercatori comunitari impiegati nel settore commerciale al confronto con gli Stati Uniti e con il Giappone. La relazione del Gruppo ha individuato diverse barriere ideologiche alla mobilità intersettoriale, oltre agli ostacoli pratici quali il trasferimento dei diritti in materia di previdenza sociale e la scarsità di sostegno finanziario alle nuove società (start-up). Un deficit di comprensione tra i settori è spesso la causa primaria di conflitti, ad esempio tra la pubblicazione e la riservatezza, la perfezione scientifica e lo sviluppo dei prodotti, nonché di controversie sui diritti di proprietà intellettuale. Tutti gli Stati membri hanno comunque in atto dei programmi di promozione della mobilità intersettoriale. Il Libro bianco britannico sulla scienza e sull'innovazione mira ad incoraggiare tali rapporti rafforzando l'interfaccia tra scienza e industria. La relazione del Gruppo suggerisce diversi campi che richiedono ulteriori sforzi. Tra questi figura l'istituzione di un portale Internet per offrire ai ricercatori mobili informazioni aggiornate di carattere giuridico, amministrativo e culturale. Alla fornitura di tali informazioni dovrebbero accompagnarsi misure per aiutare i ricercatori a conservare i legami con le organizzazioni del paese di provenienza durante il soggiorno all'estero, nonché un codice deontologico mirato a migliorare le prassi nell'accoglimento dei ricercatori stranieri. La relazione suggerisce inoltre l'istituzione di seminari sulle buone prassi per diffonderne i migliori esempi, nonché un esame degli ostacoli alla mobilità dei ricercatori alla luce di ulteriori studi giuridici e dimostrazioni pratiche. Tali discussioni dovrebbero costituire la base di un dialogo costante tra gli Stati membri e l'UE per aumentare la visibilità delle difficoltà esistenti. La relazione suggerisce anche di creare uno schema coerente di opportunità di finanziamento a livello sia nazionale sia comunitario. Il Gruppo ha inoltre posto in evidenza la necessità di offrire una migliore formazione linguistica ai ricercatori ed alle loro famiglie, nonché un sostegno di tipo polifunzionale alle famiglie in cui entrambi i coniugi lavorano ed ai ricercatori con figli. Si è inoltre richiamata l'attenzione sulla necessità che le istituzioni pubbliche di ricerca riconoscano il valore scientifico ed intellettuale dei periodi di ricerca svolti all'estero. Il Gruppo di esperti di alto livello, che comprende rappresentanti della Direzione generale della Ricerca della Commissione europea e dei governi degli Stati membri, era stato convocato dal commissario della Ricerca Philippe Busquin in risposta ad una risoluzione del Consiglio "Ricerca" sulla mobilità dei ricercatori adottata nel giugno 2000.

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