Busquin ascolta le repliche dei Verdi sul 6PQ
Il commissario della Ricerca Philippe Busquin ha posto in evidenza il ruolo del prossimo programma quadro europeo di R&S (6PQ) nell'affrontare le questioni ambientali al Forum di ricerca dei Verdi/Alleanza libera europea (ALE), svoltosi il 6 giugno 2001. Intervenendo alla manifestazione, che si è tenuta presso il Parlamento europeo a Bruxelles, il commissario Busquin ha dichiarato: "La ricerca è indispensabile per la politica ambientale e per la strategia europea di sviluppo sostenibile. Per essere all'altezza della sfida politica di una strategia ambiziosa, dobbiamo svolgere sempre maggiori ricerche e continuare ad accumulare conoscenza. Solo un vero Spazio europeo della ricerca, adeguatamente istituito ed organizzato, può assicurare tale progresso". Busquin ha posto in luce l'ampliamento del compito della ricerca ambientale, sottolineando la necessità di integrare la ricerca di carattere puramente scientifico con l'esame dei fattori sociali ed economici: "Oggi il contributo che la ricerca può offrire all'ambiente supera ampiamente il concetto tradizionale di 'ambiente'. Imponenti modificazioni di portata planetaria quali il cambiamento climatico ed il problema dell'ozono stratosferico, il rapporto tra l'ambiente e la salute e [...] il concetto di sviluppo sostenibile ormai hanno tutti un ruolo in una ricerca così intesa". Il commissario Busquin ha dichiarato che il cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile costituiranno priorità importanti nel prossimo programma quadro (6PQ), che prevederà ulteriori ricerche sui seguenti argomenti: meccanismi esatti del cambiamento climatico globale, il suo impatto sul mondo della natura e sull'attività umana, strategie per ridurre le emissioni di gas serra e l'impatto sociale ed economico del cambiamento climatico. Alcuni degli intervenuti al forum hanno tuttavia espresso insoddisfazione del progresso finora ottenuto in merito alle questioni ambientali e delle priorità del 6PQ al riguardo. Il tema dell'energia si è rivelato fonte di dibattito alla manifestazione, quando l'eurodeputato lussemburghese Claude Turmes ha invocato un riordino delle priorità per la ricerca in materia di energia nell'ambito del 6PQ. Turmes ha posto in luce quel che egli stesso ha definito un "profondo squilibrio" tra i finanziamenti stanziati per la ricerca in campo nucleare e nel campo dell'energia rinnovabile. L'europarlamentare ha affermato che, nonostante gli infiniti problemi correlati allo smaltimento dei rifiuti nucleari e la necessità di trovare alternative alle risorse esauribili quali il carbone, l'energia rinnovabile riceverà meno della metà dei fondi assegnati alla ricerca in campo nucleare dal 6PQ. Turmes ha condannato l'energia nucleare come un fallimento, affermando che essa soddisfa solo dal cinque al sette per cento dei consumi energetici e che i finanziamenti all'energia rinnovabile dovrebbero come minimo essere pari a quelli stanziati per la ricerca sull'energia nucleare. Turmes ha inoltre esortato a svolgere maggiori ricerche sugli effetti delle radiazioni e dei sedimenti radioattivi su un'ampia varietà di organismi ed ecosistemi, sollevando una preoccupazione ribadita dall'eurodeputata irlandese Nuala Aherne. Sia Aherne sia Turmes hanno anche esortato ad effettuare ricerche sugli effetti di basse dosi di radiazioni sulla salute umana. Anche l'europarlamentare francese Didier-Claude Rod è intervenuto a proposito del rapporto tra i fattori ambientali e le malattie nell'uomo, sostenendo la necessità di ulteriori studi per definire il ruolo degli agenti inquinanti, dei pesticidi e di altre tossine nel recente aumento di allergie, problemi respiratori e alcuni tipi di cancro. Mae-Wan Ho, rappresentante del britannico "Institute of Science in Society", ha perorato a favore di un nuovo approccio alla ricerca medica, definendo il progetto del genoma umano "una vittoria di Pirro". La dott.ssa Ho ha affermato che l'approccio riduzionista della scienza tradizionale, in particolare il concetto di un codice genetico fisso, è implicitamente erroneo, sostenendo invece che il genoma umano è un'entità fluida che si adatta a diversi fattori ambientali, ed ha esortato a mutare di prospettiva passando dal determinismo genetico ad un approccio più olistico alle malattie umane, prendendo in considerazione fattori ambientali quali i pesticidi, il fumo di tabacco e l'alimentazione. La dott.ssa Ho ha affermato che la fallace attenzione nei confronti della ricerca genetica viene alimentata dall'ingegneria genetica a scopi commerciali, che vede una maggiore "redditività" potenziale in malattie quali il cancro ed il diabete, causate più probabilmente da fattori ambientali anziché genetici, rispetto alla ricerca sulle malattie rare con cause unicamente genetiche. Su questo argomento è intervenuto anche il direttore della ricerca presso l'Istituto francese per la ricerca in agronomia (INRA) Jean-Pierre Berlan, invocando maggiori interventi di ordine giuridico per impedire che informazioni genetiche cruciali in campo medico e agricolo finiscano sotto il controllo dei cartelli internazionali tramite i brevetti. Berlan ha lanciato un monito in merito alla possibile deriva dalla globalizzazione non commerciale ad una di tipo commerciale, che proteggerebbe solo i diritti dei grandi gruppi privati. Berlan ha citato ad esempio il caso del cosiddetto gene "terminator" brevettato in America nel 1998. La tecnica brevettata permette di sterilizzare la pianta tramite il controllo dell'espressione genica, aprendo così la strada ad un monopolio potenziale sulla produzione agricola. e Verfahren ermögli