Verso una MRI più sensibile
La MRI è una potente tecnica di imaging medico utilizzata in radiologia per studiare la fisiologia del corpo umano. Impiega un campo magnetico e impulsi di radiofrequenza per creare immagini di organi e strutture. Il suo uso diffuso in diverse applicazioni cliniche e scientifiche ha attratto grande interesse per il miglioramento della sua sensibilità, soprattutto per la diagnosi del cancro. Per individuare i tumori sono stati sviluppati diversi agenti di contrasto, che però non sono ancora pronti per applicazioni traslazionali in vivo. Il progetto UHMSNMRI (Design and testing of Gd3+-Loaded Ultrasmall Hollow Mesoporous Silica Nanosphere Platform as High Sensitivity Probes for Targeted Magnetic Resonance Imaging of Tumor In Vivo), finanziato dall’UE, ha proposto di sviluppare agenti di contrasto basati su nanoparticelle rivestiti con gadolinio. Le nanoparticelle in silice sintetizzate hanno un diametro di 30 nm e un colorante a base di fluoresceina incorporato nella loro struttura, che permette la visualizzazione delle nanoparticelle con le cellule. Oltre al gadolinio la superficie delle nanoparticelle UHMSNMRI contiene il ligando RGD che si lega all’integrina - αvβ3. Tramite fluorescenza e imaging MR i ricercatori hanno testato la nanosonda ottenuta in cellule di glioma maligno, e hanno rilevato una citotossicità molto bassa ed elevata affinità e specificità con l’integrina. Nel giro di sei ore dalla somministrazione per via endovenosa in topi portatori di tumori umani gli scienziati sono stati in grado di visualizzare le nanosonde nei tumori. Nel loro insieme questi risultati hanno enfatizzato l’utilizzo di agenti di contrasto che bersagliano le integrine per studi di imaging ad alta sensibilità che potrebbero facilmente tradursi in applicazioni biomediche.
Parole chiave
MRI, nanoparticella, cancro, diagnosi, gadolinio, integrina