La decisione della CEG avrà ripercussioni sulla ricerca medica?
La Corte europea di giustizia (CEG) ha respinto l'impugnazione di una direttiva dell'UE del 1998 relativa ai brevetti nel settore della biotecnologia avanzata dai Paesi Bassi. La direttiva, approvata nel 1998 e che avrebbe dovuto essere attuata dagli Stati membri entro luglio 2000, consente alle imprese di brevettare le invenzioni biotecnologiche derivanti da fonti animali, umane o vegetali, in determinate condizioni. I Paesi Bassi, appoggiati dall'Italia e dalla Norvegia, hanno presentato ricorso contro la direttiva, affermando che mina la dignità umana in quanto consente di brevettare parti del corpo umano. La Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che possono essere brevettate soltanto le procedure derivanti da parti del corpo umano e non le parti stesse. Per fare un esempio, ha spiegato che non sarebbe possibile brevettare la scoperta di un gene, mentre sarebbe consentito brevettare procedure industriali derivate dal suo utilizzo. La Corte ha aggiunto che la direttiva garantisce "sufficiente protezione" per impedire che il corpo umano diventi un'invenzione brevettabile. Sono state espresse alcune preoccupazioni da parte di chi sostiene la posizione dei Paesi Bassi, secondo cui le imprese private "potrebbero brevettare la ricerca medica, rendendo la ricerca pubblica negli stessi settori più costosa o addirittura impossibile". Il procuratore generale Francis Jacobs ha affermato che il ricorso non è stato interpretato correttamente. Tuttavia, i suoi sostenitori, compreso il partito dei Verdi, sono rimasti molto sorpresi dalla decisione.