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De Donnea fiducioso su un accordo nel prossimo Consiglio "Ricerca"

Il presidente in carica del Consiglio "Ricerca" François-Xavier de Donnea ha dichiarato al Notiziario CORDIS di essere fiducioso che, nel corso del prossimo Consiglio "Ricerca" del 10 dicembre, verranno apportati gli elementi finali necessari per l'accordo sui dettagli del pro...

Il presidente in carica del Consiglio "Ricerca" François-Xavier de Donnea ha dichiarato al Notiziario CORDIS di essere fiducioso che, nel corso del prossimo Consiglio "Ricerca" del 10 dicembre, verranno apportati gli elementi finali necessari per l'accordo sui dettagli del prossimo programma quadro. "Occorre che evitiamo che si produca un vuoto tra il presente programma quadro [5PQ] ed il prossimo, com'è successo tra il quarto ed il quinto programma quadro", ha affermato, aggiungendo che, pur riconoscendo che certi Stati membri avevano espresso alcune riserve in occasione del Consiglio "Ricerca" del 30 ottobre, complessivamente le posizioni non erano troppo distanti. "Sono rimasto piacevolmente sorpreso dall'aver potuto raggiungere un accordo su alcuni di tali temi", ha dichiarato. Anche se i dati mostrano che, in generale, le proposte sono state appoggiate da una vasta maggioranza di paesi ed i restanti Stati si sono mostrati meno favorevoli, ciò non costituisce un ostacolo di rilievo, secondo de Donnea. "Va ricordato che non erano sempre gli stessi paesi ad opporsi su ogni tema. I paesi erano sempre diversi, ma la percentuale restava costante. E se dieci paesi hanno approvato il bilancio, non significa che gli altri cinque abbiano sostenuto di non essere d'accordo: il loro accordo finale dipende dal contenuto." Malgrado i 600 emendamenti avanzati dal Parlamento europeo e l'assenza di un accordo definitivo tra gli Stati membri, de Donnea è ottimista in merito agli sviluppi. "Dobbiamo essere molto ambiziosi nei confronti della politica europea di ricerca. Il ruolo del Presidente consiste nel cercare il compromesso. Ciò è particolarmente delicato, in quanto occorre che io trovi una soluzione accettabile ai 15 [Stati membri] più la Commissione; e va ricordato che qui si applica la procedura di codecisione con il Parlamento." Due fattori hanno contribuito a far sentire de Donnea all'altezza di tale sfida: la sua visita agli Stati membri e la sua esperienza politica. "Il momento più importante è stata la visita che ho compiuto nei 15 Stati membri. Ciò mi ha messo nella posizione di intermediario, non soltanto tra i paesi, ma anche tra la Commissione ed il Parlamento. Non sarei riuscito a raggiungere l'accordo politico senza tale tipo di contatto." De Donnea si è infatti avvantaggiato della propria esperienza di ex eurodeputato e di uomo politico a livello nazionale in Belgio. Il 30 ottobre è stato raggiunto il consenso su numerosi temi fondamentali. Per esempio: la ricerca sulla genomica dovrà essere basata in primo luogo su temi riguardanti la salute dell'uomo; occorrono finanziamenti per migliorare l'accesso alle infrastrutture di ricerca ed il loro collegamento in rete; vanno svolte ulteriori attività di ricerca sul potenziale dei reattori nucleari che producono meno scorie; infine, comitati settoriali sorveglieranno l'applicazione delle priorità tematiche. De Donnea ha inoltre sottolineato come la percezione di certe divergenze sia errata. Ad esempio, si ritiene generalmente che le preoccupazioni sull'impiego dei nuovi strumenti (quali i progetti integrati, le reti d'eccellenza e l'articolo 169, che consente ai paesi di mettere in collegamento i propri programmi e progetti di ricerca a livello nazionale), siano espresse dai piccoli paesi. "Non è affatto così", afferma de Donnea. "Esiste una generale apprensione in merito alla possibilità che ciò renda le condizioni più difficili per le strutture di più piccole dimensioni, non per i paesi. Dunque ciò costituisce una preoccupazione generale di tutti i paesi che possiedono strutture di alta qualità, ma di dimensioni ridotte, che è stata rilevata persino dalla Germania." Secondo de Donnea, l'obiettivo principale è di garantire che la ricerca in Europa possieda finalità più precise e fornisca valore aggiunto. "Possiamo fare ciò evitando di avere un lungo elenco di priorità di ricerca... e producendo valore aggiunto mediante le reti d'eccellenza ed i progetti integrati", ha dichiarato.

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