Nessun accordo sul brevetto comunitario
Il Consiglio "Mercato interno" del 20 dicembre a Bruxelles non ha raggiunto l'obiettivo stabilito dai rispettivi capi di Stato e di governo, ossia un accordo di compromesso sul brevetto comunitario. La Presidenza belga aveva avanzato un compromesso volto a soddisfare la suscettibilità di certi Stati membri in merito a quale lingua usare per il brevetto. Dopo che l'opzione "tutto in inglese" era stata respinta in precedenza, la Presidenza, desiderando ridurre il numero totale di lingue ed i relativi costi, aveva formulato una proposta mirata al compromesso. Le richieste di brevetto sarebbero state redatte in una delle tre lingue principali dell'UE (inglese, francese o tedesco) oltre che nella lingua madre del richiedente. Successivamente sarebbe stata richiesta la traduzione in tutte le 11 lingue solo di un riassunto della richiesta di brevetto. Grazie a tale proposta si prevedeva di ottenere una riduzione dei costi da circa 11.500 euro a poco più di 3.000 euro. Sono state però le delegazioni francese, tedesca e portoghese a respingere la proposta. Uno dei motivi, secondo fonti d'informazione, potrebbe essere il timore che la maggior parte dei richiedenti avrebbero preferito l'inglese. Il mancato raggiungimento dell'accordo significa che i ministri non sono riusciti a rispettare la scadenza fissata dal Consiglio di Lisbona a marzo del 2000, che aveva raccomandato di concludere i lavori sul brevetto comunitario entro la fine del 2001. Per fare avanzare l'iniziativa sul brevetto comunitario, la Presidenza spagnola dovrà elaborare un nuovo compromesso da sottoporre ai ministri l'anno prossimo. In un intervento successivo alla riunione, il commissario per il Mercato interno Frits Bolkestein ha dichiarato: "Il brevetto comunitario rappresenta quindi una chiave di volta dei nostri impegni dichiarati per rendere l'Europa l'economia più competitiva al mondo entro il 2010. Al vertice di Lisbona i leader europei avevano dichiarato di voler introdurre il brevetto europeo entro la fine del 2001. Il Consiglio ha oggi conseguito alcuni progressi in questa direzione, grazie ai sinceri sforzi della Presidenza belga, ma non è giunto ad un accordo, il che è molto deludente. Dobbiamo pervenire ad un accordo concreto in tempo per il vertice di Barcellona". I punti di frizione originali, oltre alle lingue da usare, comprendevano le questioni di giurisdizione della proposta ed il ruolo degli uffici brevetti nazionali. Su quest'ultimo pare esistere un consenso, ma la delegazione tedesca, secondo una fonte della Commissione, non è ancora soddisfatta delle proposte in merito agli accordi giurisdizionali per dirimere le controversie. Il compromesso elaborato dalla Presidenza prevedeva come tribunale di prima istanza un tribunale centrale, al fine di assicurare un'applicazione uniforme della normativa, ma si sarebbe potuto ricorrere anche ai tribunali esistenti negli Stati membri laddove tale scelta fosse stata giustificata da criteri obiettivi.