Secondo nuovi studi, l'innovazione è più importante che mai
Secondo una serie di studi sulle politiche dell'innovazione condotti nell'ambito del programma "Innovazione e PMI" della DG Imprese della Commissione europea, l'innovazione riveste un ruolo più che mai determinante in un'economia sempre più globalizzata e fondata sulla conoscenza. Il risultato fa parte di cinque importanti conclusioni che sono emerse, in modo coerente, da 20 studi svolti fino ad ora. Secondo la prima di queste, oggi è più importante che in passato applicare nuove tecnologie per soddisfare le esigenze di un mercato in rapido cambiamento. Gli ultimi risultati degli studi vengono così sintetizzati da una relazione: "Nel XXI secolo, l'innovazione costituirà l'impulso primario per una politica di successo nel campo dell'industria e delle imprese, ma dovrà anche informare i decisori politici in ambiti come l'istruzione, le leggi sull'occupazione e la tassazione". Lo studio ha inoltre constatato che l'innovazione non è, né dovrebbe essere limitata a settori altamente specializzati e "innovativi per natura" come le biotecnologie e le tecnologie dell'informazione. Tale constatazione implica un avvertimento implicito: "Se si concentra esclusivamente sull'alta tecnologia, la politica d'innovazione...rischia di perdere opportunità ben maggiori per migliorare la competitività, elaborare nuovi prodotti e processi in industrie più tradizionali, che costituiscono fonti di occupazione importanti per l'UE". Secondo un'altra conclusione, l'innovazione, per quanto diffusa, non è distribuita in modo omogeneo, e soprattutto la capacità innovativa dell'industria risulta pesantemente esposta verso aziende di maggiori dimensioni, mentre "resta debole la capacità innovativa di quasi tutti le PMI che utilizzano le tecnologie". Risulta che molte PMI del settore tecnologico sono ostacolate da barriere istituzionali e da costi come quelli legati alle controversie per la tutela dei brevetti. Lo studio dal titolo "Attuare i diritti sui brevetti delle piccole imprese" ha riscontrato, per esempio, che il 49 percento delle PMI considera i costi legati alle controversie per la tutela dei brevetti come un notevole deterrente agli investimenti in nuove invenzioni. Dagli studi emerge che l'innovazione è "sistematica anziché lineare", e si basa su processi multidimensionali di innovazione e interazione tra una serie di attori. "Per questo motivo l'innovazione richiede lo sviluppo nel tempo di adeguati meccanismi per il collegamento in rete e il trasferimento delle conoscenze, che risultano determinanti per valorizzare il potenziale delle connessioni tra scienza e industria", afferma una relazione sui risultati degli studi. Il documento aggiunge che tali sistemi, nonostante possano avere elementi tecnici, restano "soprattutto reti di individui". Gli studi hanno rilevato che è importante non solo identificare e incoraggiare le buone prassi, ma anche valutare lo stato del "sistema d'innovazione" all'interno di un paese, comprese le condizioni quadro generali per la creazione e la valorizzazione di R&S (ricerca e sviluppo), la base comune di conoscenze dell'UE, gli incentivi alla R&S nel mondo commerciale e i riconoscimenti per scoperte di successo, nonché i meccanismi per il collegamento in rete e il trasferimento delle conoscenze.