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Contenuto archiviato il 2023-01-01

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I ricercatori chiedono un maggiore sostegno internazionale agli studi clinici in Africa

Secondo un gruppo di ricercatori greci e sudafricani, l'Africa necessita di un maggiore sostegno internazionale per condurre sperimentazioni cliniche, poiché il numero attuale risulta insufficiente rispetto al grado di diffusione delle malattie nella regione. La richiesta arri...

Secondo un gruppo di ricercatori greci e sudafricani, l'Africa necessita di un maggiore sostegno internazionale per condurre sperimentazioni cliniche, poiché il numero attuale risulta insufficiente rispetto al grado di diffusione delle malattie nella regione. La richiesta arriva poco dopo che la Commissione ha annunciato un nuovo programma volto a incentivare lo sviluppo clinico di farmaci contro l'AIDS, la malaria e la tubercolosi, nonché a studiare nuove modalità di rapporto tra l'Africa e l'UE. Nel documento pubblicato dal British Medical Journal (BMJ), gli autori Petros Isaakidis et al. sostengono che "sta aumentando la richiesta di assegnare un ruolo prioritario alla ricerca, vista l'importanza delle questioni sanitarie". Tale esigenza è stata riconosciuta durante le prime fasi di pianificazione del sesto programma quadro dell'Unione europea (6PQ). La proposta iniziale per la prima area tematica prioritaria, "Genomica e biotecnologia per la salute", prevedeva due sezioni, ossia "Genomica avanzata e sue applicazioni per la salute" e "Lotta contro le principali malattie", a cui sono stati assegnati rispettivamente bilanci previsionali di 1.150 e 1.050 milioni di euro. La Commissione ha sottolineato il desiderio di finanziare la ricerca sulle malattie trasmissibili, che stanno particolarmente proliferando in Africa, proponendo di stanziare 200 milioni di euro per l'iniziativa EDCTP (European-developing countries clinical trials programme) nell'ambito del 6PQ. Secondo lo studio, "la maggior parte dei paesi africani non può permettersi di sostenere la ricerca medica. Inoltre, è probabile che l'industria farmaceutica si dimostri riluttante a sponsorizzare sperimentazioni nei paesi in via di sviluppo, poiché le prospettive di profitto sono limitate, anche se fossero messe a punto terapie efficaci". "Gli interventi apparentemente costosi possono diventare abbordabili se esiste una forte volontà politica e una collaborazione con l'industria", continuano i ricercatori. "C'è bisogno di un maggiore sostegno internazionale in questa zona, che dovrebbe essere apportato senza aprire la strada ad un'altra forma di colonizzazione. I ricercatori africani dovrebbero svolgere un ruolo di rilievo nella definizione delle priorità, mentre il supporto esterno dovrebbe contribuire allo sviluppo di capacità di ricerca locale sostenibili." I ricercatori hanno tratto le informazioni da una banca dati di sperimentazioni controllate randomizzate, condotte nell'Africa sub-sahariana, per valutare se il numero di tali ricerche su varie condizioni mediche sia correlato all'impatto delle malattie (divario tra lo stato di salute attuale di una popolazione e una situazione ideale o di riferimento) nonché alle esigenze sanitarie delle popolazioni locali nella regione. Lo studio ha rilevato che quasi la metà delle sperimentazioni cliniche della zona sub-sahariana è stata condotta in Sudafrica, e un ulteriore quarto in altri quattro paesi (Nigeria, Kenia, Gambia, Tanzania). Solo 19 paesi hanno condotto più di una sperimentazione per milione di cittadini. Nel complesso, i ricercatori hanno riscontrato una buona correlazione tra l'impatto delle malattie e il numero di sperimentazioni cliniche eseguite, nonostante le ricerche condotte fossero maggiormente incentrate su alcune patologie rispetto ad altre. Secondo i ricercatori, "nonostante una correlazione generalmente buona tra il numero di ricerche randomizzate e l'impatto delle malattie, alcuni scenari sono stati trascurati".

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