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Identification of p38 MAPK partners in the response of endothelium to oxidative stress and ionizing radiation. Impact in cancer radiotherapy

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La radiobiologia rivisitata

In Europa oltre il 60 % dei pazienti di cancro vengono trattati con la radioterapia. Migliorare l’efficacia e ridurre la citotossicità delle radiazioni ionizzanti è di fondamentale importanza.

Nonostante i progressi della radioterapia mirata, le radiazioni ionizzanti causano notevoli effetti collaterali nei tessuti sani. Prove emergenti sottolineano il ruolo dell’endotelio microvascolare nella risposta cellulare alle radiazioni. A livello molecolare, l’elemento centrale in questa risposta sembrano essere le proteine p38 MAPK, che sono attivate dopo lo stress ossidativo indotto dalle radiazioni. Per creare la mappa della risposta endoteliale allo stresso indotto dalle radiazioni ionizzanti, il progetto P38RADOX (Identification of p38 MAPK partners in the response of endothelium to oxidative stress and ionizing radiation. Impact in cancer radiotherapy), finanziato dall’UE, si è proposto di identificare nuove molecole di segnalazione coinvolte nel percorso delle p38 MAPK. Impiegando una combinazione di metodologie proteomiche, biochimiche e microscopiche, i ricercatori hanno identificato la nucleofosmina (nucleophosmin, NPM) come nuovo partner citosolico delle p38 MAPK nelle cellule endoteliali. Hanno osservato che lo stress ossidativo e le radiazioni ionizzanti inducevano la defosforillazione della NPM, causando la sua traslocazione al nucleo e interessando la risposta al danno del DNA. In particolare, rallentava la riparazione delle rotture del doppio filamento di DNA e portava all’accumulo di errori del DNA in quelle cellule. Complessivamente, i risultati dello studio indicano un ruolo della NPM nell’instabilità genomica dell’endotelio, con l’indebolimento del rilevamento del danno del DNA e il ritardo della riparazione del DNA cellulare. Benché manchi ancora la verifica di questi dati in campioni clinici, essa potrebbe avviare l’ulteriore disfunzione cellulare e potrebbe condurre a importanti patologie vascolari. La NPM potrebbe quindi servire da target per la riduzione della disfunzione endoteliale e tossicità associate ai trattamenti radioterapici per migliorare l’esito della radioterapia.

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