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Una relazione esamina la legislazione in materia di ricerca sulle cellule staminali negli Stati membri dell'UE

Una nuova relazione pubblicata da "Europa-Studien" delinea le posizioni e la legislazione di ciascuno Stato membro dell'UE riguardo alla ricerca sulle cellule staminali, rivelando che la Germania e l'Austria hanno le leggi più restrittive, mentre il Regno Unito è il paese che ...

Una nuova relazione pubblicata da "Europa-Studien" delinea le posizioni e la legislazione di ciascuno Stato membro dell'UE riguardo alla ricerca sulle cellule staminali, rivelando che la Germania e l'Austria hanno le leggi più restrittive, mentre il Regno Unito è il paese che presenta l'approccio più tollerante in materia. La relazione, redatta da Verena Tschöpe, segue di poco la pubblicazione di un nuovo parere del Gruppo europeo di etica (GEE) in base al quale si dovrebbe consentire il rilascio di brevetti soltanto per le linee di cellule staminali umane modificate attraverso un processo inventivo che mira ad ottenere nuove caratteristiche per particolari applicazioni industriali. Il documento evidenzia le difficoltà che si frappongono al raggiungimento di una posizione comune in materia di ricerca sulle cellule staminali, stabilendo che: "Gli Stati europei si sono opposti pressoché all'unanimità allo scadimento degli embrioni umani a mero oggetto di utilità ed all'applicazione delle tecniche di clonazione per la riproduzione della vita umana, ma al di là di questi aspetti numerosi interessi contrastanti sono in conflitto fra loro". Le leggi dell'Austria, che insieme alla Germania presenta la legislazione più restrittiva in materia di ricerca sulle cellule staminali, si fondano sul principio che la medicina riproduttiva, come la fecondazione in vitro (FIV), può essere impiegata esclusivamente per le finalità di riproduzione di una coppia di coniugi o nell'ambito di una relazione eterosessuale stabile. Gli ovuli dovrebbero quindi essere utilizzati solo per la donna che li ha generati e per nessun altro scopo. La donazione di embrioni e di cellule, al pari di qualsiasi forma di ricerca che impiega embrioni, è vietata. Dall'altro lato, nel 1990 è stata introdotta nel Regno Unito una legge sulla fecondazione e l'embriologia umane che consente la ricerca nei seguenti settori: - miglioramento delle tecniche per la cura della sterilità; - perfezionamento della diagnostica delle malattie; - miglioramento della conoscenza relativa alle cause di aborto; - sviluppo di tecniche di fecondazione più efficaci. La legge autorizza perfino la ricerca sugli embrioni in eccedenza donati per la fecondazione in vitro (FIV), come pure su embrioni prodotti specificamente per tale scopo. Nel 2001, il Parlamento britannico ha deciso altresì di consentire il prelevamento e lo studio delle cellule staminali embrionali, compreso l'utilizzo della clonazione terapeutica, al fine di perfezionare la cura delle malattie e la conoscenza in materia di sviluppo degli embrioni. È prevista anche la creazione nel Regno Unito di una banca delle cellule staminali. La legislazione degli altri Stati membri dell'UE è a metà strada fra le leggi della Germania e dell'Austria da un lato, e del Regno Unito dall'altro. Nei Paesi Bassi, ad esempio, non esiste un quadro legale formale in materia di ricerca sugli embrioni e sulle cellule staminali, anche se un accordo siglato nel 1995 fra politici e scienziati fornisce una regolamentazione provvisoria dell'accoglimento di tutte le proposte di ricerca. Il Parlamento olandese ha presentato tuttavia, nel settembre 2001, una nuova legge che dovrebbe consentire l'utilizzo di embrioni in eccedenza risultanti da fecondazione in vitro (FIV), per finalità di ricerca, fino al 14° giorno successivo alla fecondazione. Le ricerche saranno consentite a condizione che conducano a nuove scoperte e non potranno essere effettuate per nessun altro scopo.

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