Uno studio definisce "tutt'altro che positivo" l'ambiente commerciale per le imprese in sette paesi candidati
Secondo i primi risultati di una relazione provvisoria redatta per conto della DG Imprese della Commissione europea sul tema "Politica dell'innovazione in sette paesi candidati: le sfide", l'ambiente per le aziende innovative in tali paesi continua ad essere "tutt'altro che positivo". Il documento esamina il quadro della politica d'innovazione, le misure volte a promuovere l'innovazione nelle imprese e le interfacce per l'innovazione delle aziende (come la cooperazione fra le imprese di piccole e grandi dimensioni e fra università e industria) in Bulgaria, Lettonia, Lituania, Malta, Slovacchia, Romania e Turchia. Gli autori della relazione affermano che i risultati non delineano un quadro migliore rispetto a quello tracciato da un precedente studio sull'innovazione in sei paesi candidati (Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Polonia e Slovenia), redatto per conto della Commissione europea. Secondo la relazione, nei sette paesi candidati presi in esame, l'ambiente giuridico e amministrativo è più ostile rispetto a quello dei sei paesi precedentemente analizzati. Malta guida la classifica per quanto riguarda l'adozione di misure volte a ridurre gli ostacoli per le imprese. Anche gli altri paesi hanno intrapreso azioni in quest'ambito, "ma il clima per lo sviluppo delle imprese in generale, e delle aziende innovative in particolare, continua ad essere tutt'altro che positivo", si legge nella relazione. Secondo lo studio, l'eccessiva regolamentazione costituisce un problema soprattutto in Romania, Bulgaria, Lituania e Turchia, mentre le aziende sono ostacolate da un debole sistema finanziario in tutti e sette i paesi. La relazione raccomanda la creazione, in ciascun paese, di un sistema di convalida delle azioni politiche a favore delle aziende. Nella maggior parte dei sette paesi (Bulgaria, Lettonia, Lituania e Slovacchia) la politica dell'innovazione viene gestita da un organismo ministeriale. Tuttavia, il documento sottolinea che i ministeri responsabili di tale settore in Bulgaria e in Slovacchia non possiedono una reale capacità di sviluppo di una politica dell'innovazione. Inoltre, se la politica dell'innovazione figura apparentemente fra le competenze degli enti ministeriali in Romania, a Malta e in Turchia, solo quest'ultima dispone di una struttura istituzionale con una lunga tradizione di sviluppo di politiche nel campo dell'innovazione. Oltre a ciò, nessuno dei sette paesi, ad eccezione della Turchia, possiede agenzie governative con competenze dirette in materia di politica d'innovazione. Sebbene i paesi abbiano cominciato a adottare nuove strutture di sostegno all'innovazione, come i parchi tecnologici (per esempio negli Stati baltici e in Turchia) e le strutture per il trasferimento delle tecnologie (in cinque dei sette paesi esistono Centri relais d'innovazione), la relazione sottolinea che i meccanismi di finanziamento dell'innovazione sono "molto scarsi" in tutti gli Stati esaminati. I finanziatori di capitali di rischio continuano ad investire nelle iniziative di grandi dimensioni o nelle attività di sviluppo, piuttosto che nell'avviamento o nelle fasi iniziali di attività delle aziende. I risultati della relazione provvisoria saranno presentati al Vertice delle imprese europee che si terrà a Bruxelles dal 6 all'8 giungo 2002. Presso lo stand di CORDIS (il servizio comunitario d'informazione in materia di ricerca e sviluppo) saranno disponibili copie della relazione.