Una relazione dell'Europarlamento mette a confronto il 5PQ e il 6PQ
Il Parlamento europeo ha pubblicato un documento di lavoro, redatto dalla Fondazione dell'Università di Oviedo (Spagna), contenente un raffronto tra il quinto e il sesto programma quadro ed una serie di spunti per i dibattiti futuri. L'analisi si concentra sugli aspetti giuridici, tecnici e politici del nuovo programma quadro. Il documento evidenzia come la maggior parte dei cambiamenti alla struttura del programma quadro siano stati apportati al fine di favorire la creazione dello Spazio europeo della ricerca (SER), che "nell'arco di appena un anno, [...] è diventato il quadro di riferimento per le questioni relative alla politica di ricerca in Europa". Dal punto di vista strutturale, a differenza del 5PQ, suddiviso in azioni tematiche e orizzontali dirette e indirette, il 6PQ sarà costituito da tre obiettivi interdipendenti volti ad integrare, strutturare e rafforzare le fondamenta dello Spazio europeo della ricerca. Secondo il documento di lavoro, la base giuridica del sesto programma quadro (6PQ) non differisce molto da quella del quinto programma quadro (5PQ). "È chiaro, tuttavia, che, nell'ambito del nuovo programma, ad alcuni articoli verrà attribuita una portata ed una rilevanza senza precedenti", sostengono gli autori della relazione, citando a titolo di esempio l'articolo 169 (che fornisce la base giuridica per la cooperazione fra gli Stati membri e l'UE). Tale articolo "colma un vuoto esistente nei programmi quadro precedenti", si legge nel documento. La ricerca europea è passata dalla struttura verticale e orizzontale del 5PQ a quella circolare del 6PQ, "raggruppando tutti gli attori, le tematiche e le attività all'interno dello stesso perimetro", recita la relazione, secondo la quale una delle ragioni di tale cambiamento risiede nei diversi criteri che definiscono i programmi quadro. Mentre il 5PQ è improntato su criteri connessi al principio del valore aggiunto comunitario e della sussidiarietà, agli obiettivi sociali, allo sviluppo economico e alle prospettive scientifiche e tecnologiche, il 6PQ è definito da un insieme di principi diversi. Il nuovo programma, infatti, si concentrerà sulla ricerca rafforzando l'effetto strutturante delle attività scientifiche condotte in Europa e il coordinamento delle iniziative nazionali, regionali ed europee, semplificando e snellendo le disposizioni di attuazione, introducendo procedure decentrate e concentrando l'attenzione su un numero selezionato di aree prioritarie di ricerca alle quali l'azione comunitaria può conferire il massimo valore aggiunto. Anche le aree prioritarie di ricerca sono state modificate nel prossimo programma quadro. Alcune aree presenti nel 5PQ come azioni chiave sono diventate aree tematiche prioritarie nel 6PQ, quali, ad esempio "Genomica e biotecnologie per la salute", "Nanotecnologie e nanoscienze, materiali multifunzionali basati sulla conoscenza e nuovi processi e dispositivi di produzione", "Aeronautica e spazio" e "Qualità e sicurezza alimentare". Il 6PQ, inoltre, opererà sulla base di una serie di nuovi strumenti. I contributi della Commissione andranno a finanziare le reti di eccellenza, i progetti integrati, i programmi nazionali condotti congiuntamente e le attività volte all'anticipazione delle esigenze scientifiche e tecnologiche dell'UE, comprese le attività di ricerca specifiche per le PMI (piccole e medie imprese) e le attività specifiche di cooperazione internazionale. Quanto al secondo programma specifico, "Strutturare lo Spazio europeo della ricerca", la Commissione fornirà il proprio contributo finanziario alle attività volte a promuovere l'interazione fra ricerca e innovazione, alle iniziative tese a stimolare lo sviluppo delle risorse umane e la mobilità, nonché alle attività a sostegno delle infrastrutture di ricerca e alle azioni volte a promuovere lo sviluppo di relazioni armoniose fra scienza e società. Il documento propone diversi elementi di discussione. Gli autori esprimono alcuni dubbi sul raggruppamento delle sette aree prioritarie di ricerca in un unico programma e l'abbandono di alcuni ambiti di ricerca come l'oceanografia, la biomedicina, l'agricoltura sostenibile e la conservazione del patrimonio culturale europeo. Il documento afferma, inoltre, che "il continuo cambiamento delle priorità impedisce il consolidamento dei gruppi di ricerca formatisi al termine del programma quadro precedente". Nella relazione ci si chiede se il SER sia un mezzo o un fine in sé, in quale modo gli Stati membri possano partecipare alla creazione del SER e quale sarà la prossima fase di sviluppo del SER, presumendo che la creazione dello Spazio europeo della ricerca avvenga in diverse fasi. Gli autori si interrogano altresì sul tipo di reti e meccanismi che consentirebbero una comunicazione ottimale ed efficace fra i vari attori del SER e si chiedono, infine, come sia come sia possibile garantire un'equa ripartizione dei vantaggi derivanti dalle azioni previste nel 6PQ fra tutti gli Stati membri e i beneficiari dell'UE.