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Asset Bubbles and Economic Policy

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Gli effetti macroeconomici delle bolle dei prezzi delle attività

Gli ampi e persistenti scostamenti nei prezzi delle attività registrati dalle economie capitalistiche avanzate non possono giustificarsi tramite fondamentali economici. Secondo la percezione predominante, le bolle costituiscono un fallimento del mercato, causato da qualche forma di irrazionalità individuale.

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Alcuni ricercatori finanziati dall’UE hanno adottato un approccio di studio diverso, basato sull’ipotesi che i partecipanti al mercato siano individualmente razionali, senza però negare che ciò potrebbe condurre a risultati collettivi inferiori ai livelli ottimali. ABEP (Asset bubbles and economic policy) intendeva sviluppare una percezione delle bolle dei prezzi di attività derivante da un preesistente fallimento del mercato e produrre un quadro macroeconomico empiricamente rilevante. Nel quadro del progetto, hanno sviluppato tre quesiti. Il primo quesito domanda riguardava il rapporto tra bolle e attriti del mercato finanziario, con un’enfasi particolare sulle modalità con cui la globalizzazione dei mercati finanziari e lo sviluppo di nuovi prodotti finanziari incidono sulle dimensioni e gli effetti delle bolle. In secondo luogo, i ricercatori hanno esaminato i rapporti tra bolle, investimenti e crescita economica. Sono partiti dall’ipotesi che i cicli virtuosi e viziosi (ad es. la crescita economica) creano le condizioni per la comparsa di bolle, mentre le bolle creano incentivi allo sviluppo economico. Il terzo quesito tendeva a scoprire la politica ottimale per gestire le bolle, per contribuire allo sviluppo di strumenti utili ai decisori politici per poter sostenere bolle con effetti positivi e far scoppiare quelle con effetti negativi. Gli studiosi del progetto hanno sviluppato una nuova teoria su attivi e bolle creditizie, che pone l’accento sul ruolo di collaterale e le relative fluttuazioni, con tre principali implicazioni. Innanzitutto, i sistemi finanziari operano con due tipi di collaterale: basato su fondamentale o su bolla. In entrambi i casi, le fluttuazioni (trainate da shock tradizionali e fondamentali) generano cicli boom-bust (estremi alti e bassi) in prezzi di attivi, investimento creditizio e crescita. In secondo luogo, il collaterale basato su bolla eleva il credito d’equilibrio (crowding-in, accumulo di investimenti), ma disimpegna parte di tale credito dagli investimenti (crowding-out, spiazzamento). Il crowding-in prevale quando le bolle sono di entità limitata, mentre si verifica un aumento negli investimenti e nella produzione. D’altro lato, le grandi bolle determinano il crowding-out e bassi livelli di investimenti e produzione. Le dimensioni ottimali di una bolla massimizzano la produzione e il consumo a lungo termine. Infine, i prestatori di ultima istanza compensano la debolezza dei mercati per fornire la quantità ottimale di collaterale basato su bolla, procedendo a replicare l’ottimale allocazione di bolle tramite tassazione del credito, quando il collaterale basato su bolla sia eccessivo e sovvenzionandolo se insufficiente. Tale politica non può essere caratterizzata come capace di impedire le bolle o quale politica di bailout. Gli esiti del progetto sono stati pubblicati in giornali internazionali e presentano una prospettiva coerente e abbondante di fluttuazioni economiche determinate da attivi finanziari e bolle creditizie.

Parole chiave

Bolle dei prezzi delle attività, prezzi di attivi, fallimento del mercato, ABEP, politica economica, mercato finanziario

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