La Commissione esamina la propria politica industriale nel contesto dell'allargamento
La Commissione ha pubblicato una comunicazione che analizza il ruolo e l'efficacia della politica industriale europea, auspicando che la relazione porti ad un riesame a livello europeo del quadro della politica industriale. La comunicazione "La politica industriale in un'Europa allargata" offre una rassegna dello stato attuale dell'industria e delle sfide che essa deve affrontare, esamina le implicazioni dell'allargamento e delinea gli obiettivi della Commissione in materia di industria ed i provvedimenti proposti per conseguirli. Il presidente della Commissione Romano Prodi ha dichiarato: "Questa comunicazione dimostra il nostro impegno a mantenere l'industria e la sua competitività al centro dell'attività politica della Commissione. Solo le imprese competitive possono creare l'occupazione ed il benessere di cui abbiamo bisogno per realizzare gli obiettivi strategici stabiliti dai vertici di Lisbona e Göteborg". Il futuro ampliamento dell'Unione europea è evidenziato nella relazione come "una grande fonte di opportunità per l'industria sia degli attuali sia dei prossimi Stati membri". Il documento avverte però che esistono ancora fortissime differenze tra l'industria manifatturiera dell'UE e quella dei paesi candidati, dove essa tende ad essere meno specializzata e più concentrata in settori a bassa tecnologia. La crescita dell'imprenditorialità e l'impatto delle piccole e medie imprese sull'industria sono stati inoltre meno significativi nei paesi candidati che nell'UE; la comunicazione suggerisce di porre in atto provvedimenti specifici al fine di aumentare il sostegno in tali settori. Nell'insieme, si afferma nella relazione, "l'obiettivo dei paesi candidati è sviluppare le competenze, nonché il quadro economico ed istituzionale, per migliorare le possibilità delle imprese locali d'integrarsi con successo nelle reti produttive internazionali". Esaminando i fattori che influenzano la competitività industriale in Europa nell'insieme, la relazione pone in risalto tre fattori decisivi: la conoscenza, l'innovazione e l'imprenditorialità. Al fine di migliorare le prestazioni dell'Europa in questi ambiti, e quindi di aumentare la competitività generale dell'industria, la comunicazione esorta ad una maggiore attenzione verso l'istruzione e la ricerca, la specializzazione ed il perfezionamento di prodotti, servizi e processi, nonché a stimolare maggiormente l'assunzione di rischi nell'attività economica. Poiché le prestazioni dell'industria dipendono da questa ampia gamma di fattori, il documento argomenta che molti degli strumenti di cui avvalersi sono strumenti propri di altri campi politici, quali la concorrenza, ricerca e sviluppo, l'istruzione, il commercio e lo sviluppo sostenibile. Esso afferma quindi che i responsabili della politica industriale in Europa devono inoltre provvedere affinché le politiche svolte in questi altri settori contribuiscano anch'esse alla competitività dell'industria. In conclusione, la Commissione propone una verifica in tre punti della politica industriale in Europa per dare seguito alla comunicazione. In primo luogo, essa invita le altre istituzioni dell'UE ed i soggetti interessati a discutere e reagire alla strategia delineata nella relazione; in secondo luogo, la Commissione annuncia l'intento di verificare l'efficacia delle proprie politiche industriali; in terzo luogo, l'Esecutivo sollecita gli Stati membri a riconsiderare i loro provvedimenti a sostegno della competitività industriale. Nell'annunciare la pubblicazione della comunicazione, il commissario per le Imprese e la Società dell'informazione Erkki Liikanen ha posto in rilievo le implicazioni più ampie della relazione e dei temi affrontati. Egli ha dichiarato che la comunicazione si poneva l'obiettivo di "mantenere il corretto equilibrio tra i tre pilastri (sociale, ambientale ed economico) dello sviluppo sostenibile. Se il pilastro economico non è abbastanza robusto diventerà impossibile conseguire i nostri ambiziosi obiettivi in tema di sviluppo sostenibile. Solo se l'industria europea è competitiva si possono generare le risorse finanziarie necessarie per raggiungere gli altri obiettivi".