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Contenuto archiviato il 2023-01-13

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L'Unione europea dei datori di lavoro riserva una tiepida accoglienza all'accordo sul brevetto comunitario

L'UNICE (Unione delle confederazioni europee dell'industria e dei datori di lavoro) ha contestato alcuni aspetti dell'accordo raggiunto dal Consiglio "Competitività", in merito al brevetto comunitario. In una dichiarazione emessa il 7 marzo, l'organizzazione ha affermato che,...

L'UNICE (Unione delle confederazioni europee dell'industria e dei datori di lavoro) ha contestato alcuni aspetti dell'accordo raggiunto dal Consiglio "Competitività", in merito al brevetto comunitario. In una dichiarazione emessa il 7 marzo, l'organizzazione ha affermato che, nel redigere il quadro per il nuovo brevetto, approvato da tutti gli Stati membri, il Consiglio ha trascurato le esigenze delle imprese europee. Pur considerando l'accordo un importante sviluppo politico, l'UNICE ritiene che "[...] i compromessi politici hanno allontanato l'accordo dalla definizione dello strumento di cui oggi un'azienda ha bisogno per far fronte ai suoi principali concorrenti commerciali, peraltro senza soddisfare pienamente le esigenze degli utenti". L'UNICE ha incentrato la propria valutazione su tre elementi del compromesso che, a suo avviso, sono in contrasto con gli interessi delle imprese europee: il sistema giurisdizionale per il brevetto, i requisiti di traduzione e il rapporto fra gli uffici nazionali dei brevetti e l'UEB (Ufficio europeo dei brevetti). Per ciò che concerne il sistema giurisdizionale, l'UNICE è favorevole alla creazione di un unico tribunale competente in materia di brevetti comunitari, poiché ritiene che in questo modo sia possibile garantire la coerenza della giurisprudenza. Meno positivo, invece, il suo giudizio sul periodo transitorio di sette anni proposto per il sistema, durante il quale la giurisdizione sarà affidata ai tribunali nazionali competenti in materia di brevetti. L'UNICE sostiene che ciò è "dannoso per la certezza giuridica" e, pertanto, invita gli Stati membri a riconsiderare la loro posizione. L'accordo raggiunto dal Consiglio in merito alla lingua nella quale devono essere redatti i documenti del brevetto, stabilisce che, mentre le richieste possano essere inoltrate in una qualsiasi delle tre lingue ufficiali dell'UEB, le domande accolte debbano essere tradotte in tutte le lingue ufficiali della Commissione, a spese del richiedente. In base alla valutazione dell'UNICE, ciò genererà dei costi eccessivi e inutili che graveranno prevalentemente sulle piccole e medie imprese, sugli scienziati e i centri di ricerca. Quanto al rapporto fra l'UEB e gli uffici nazionali dei brevetti, pur sostenendo che la responsabilità di vagliare le richieste di rilascio e di concedere i brevetti comunitari spetta unicamente all'UEB, nella sua dichiarazione l'UNICE si dice "seriamente preoccupata" del fatto che gli uffici nazionali dei brevetti possano svolgere il lavoro di ricerca per conto dell'UEB. Secondo l'UNICE, questa è una decisione "[...] che inciderà sulla qualità del sistema di concessione del brevetto comunitario". L'Organizzazione esorta sia la Commissione che gli Stati membri a prendere atto di tali preoccupazioni prima di adottare la normativa sul brevetto comunitario. Tale questione è oggetto di discussione fin dal 1975, e i dissensi in merito ad aspetti quali le lingue ufficiali dei documenti relativi ai brevetti, e il futuro ruolo delle infrastrutture nazionali competenti in materia hanno impedito, fino ad oggi, di raggiungere una posizione accettabile da parte di tutti gli Stati membri.