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Pottery Innovation and Transmission in East Asia: bridging expertise across continents

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Le prime ceramiche analizzate al microscopio

Tecniche sofisticate hanno permesso di identificare con precisione i primi utilizzi di ceramiche nella zona dell’Asia orientale, facendo luce sulle prassi alimentari e sui relativi collegamenti storici.

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Dalla Cina e dalla Corea alla Grecia e alla Siria, molti musei del mondo espongono oggetti ceramici che aiutano a comprendere le civiltà del passato e illustrano gli usi e i costumi delle loro popolazioni. Il modo e i motivi per cui gli uomini abbiano iniziato a produrre questi oggetti, utilizzati per la cottura, la conservazione e per scopi decorativi, circa 12 000 anni fa in quelle regioni sono rimasti fino ad ora in gran parte sconosciuti. Il progetto PONTE (Pottery innovation and transmission in east Asia: Bridging expertise across continents), finanziato dall’UE, ha applicato nuovi metodi biochimici per identificare l’utilizzo dei contenitori in ceramica e svelare i loro segreti. Gli studi hanno rivelato come è avvenuta la diffusione di questa tecnica e gli scopi per i quali veniva utilizzata. Per ottenere questo risultato, il team di progetto ha applicato un’avanzatissima analisi dei residui organici combinandola con le conoscenze sull’archeologia preistorica dell’Asia orientale di cui disponiamo. I ricercatori del progetto PONTE hanno approfondito l’evoluzione della ceramica, alla luce delle condizioni climatiche e paleoambientali, analizzando i cambiamenti di stile e di forma dei contenitori nel corso del tempo. In particolare, si sono chiesti se le prime ceramiche prodotte in Giappone abbiano raggiunto anche altre zone dell’Asia orientale e hanno esaminato i primi reperti ritrovati in Cina, Russia e Corea del Sud. Dall’utilizzo di tecniche come l’analisi degli isotopi stabili di carbonio e azoto e l’analisi dei lipidi, sono emersi risultati nuovi e sorprendenti. Ad esempio, il team ha scoperto che le prime ceramiche Jomon in Giappone erano utilizzate per lavorare il pesce e ciò conferma una specializzazione maggiore rispetto a quanto si riteneva in precedenza. Lo studio ha analizzato il primo utilizzo di miglio in Corea, raccogliendo informazioni utili per comprendere come è avvenuta la diffusione di questo cereale nella regione. Ulteriori analisi mostrano differenze nelle abitudini alimentari tra la Cina e il Nord-est asiatico, soprattutto in Giappone e Corea. Questi e altri risultati basati su nuove tecniche scientifiche, hanno notevolmente ampliato le conoscenze sull’utilizzo e sulla propagazione delle ceramiche nella regione, e di conseguenza sull’evoluzione e la diffusione della civiltà. Queste tecniche potranno senza dubbio essere utilizzate anche in altre zone del mondo per interpretare le traiettorie e i collegamenti storici.

Parole chiave

Ceramiche, Asia orientale, prassi alimentari, PONTE, archeologia

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