Perché l’oidio è un agente patogeno così diffuso?
Il fungo S. sclerotiorum, che provoca l’oidio, vanta una vasta gamma di ospiti, la quale comprende più di 400 piante per la produzione di verdura, semi e altre colture. La sua virulenza è poco conosciuta e vi sono poche piante che mostrano un qualsiasi tipo di resistenza. Per proteggere le colture contro questo fungo patogeno, è importante comprendere meglio la rete metabolica e il modo in cui tale fungo provoca effetti sulle piante. L’iniziativa SEPARATE (Identification of Sclerotinia sclerotiorum effector proteins mediating virulence on Arabidopsis thaliana ecotypes), finanziata dall’UE, ha studiato la chimica e la biologia dell’invasione di S. sclerotiorum al fine di comprendere ciò che rende questo fungo un efficace agente patogeno. I precedenti lavori di questo gruppo di ricerca hanno individuato promettenti proteine effettrici candidate, ossia i composti responsabili che rendono le piante suscettibili agli attacchi fungini. Gli studi hanno anche dimostrato che la resistenza a S. sclerotiorum è variabile all’interno della pianta A. thaliana, il che suggerisce che alcuni geni specifici svolgono un ruolo nella resistenza fungina. I ricercatori hanno studiato la diversità delle proteine effettrici di S. sclerotiorum escrete dal fungo per danneggiare le piante ospiti, così come i metaboliti che le accompagnano. Per fare ciò è stato raccolto un gran numero di isolati fungini ed è stata testata la loro aggressività sulle piante di A. thaliana. Il progetto SEPARATE ha quindi utilizzato i dati raccolti in questi esperimenti per identificare i geni associati alla resistenza della A. thaliana. Successivamente, il gruppo di ricerca ha sviluppato nuovi metodi per crescere S. sclerotiorum in laboratorio e misurare la sua crescita. I ricercatori hanno usato misurazioni di crescita per predire l’attività metabolica specifica in condizioni diverse. Lo studio ha scoperto che il fungo S. sclerotiorum ha utilizzato un’ampia gamma di carboidrati per questo processo, e sono stati dunque caratterizzati oltre 280 composti utilizzati dal fungo. Il lavoro ha dimostrato che il fungo vanta una serie diversificata di sostanze chimiche che usa per attaccare le piante ospiti, il che spiega la sua ampia gamma di ospiti. I risultati del progetto aprono la porta per futuri studi sul comportamento del fungo S. sclerotiorum. Inoltre, evidenziano nuove vie di ricerca per migliorare la resistenza delle colture contro questo comune patogeno.
Parole chiave
Oidio, Sclerotinia sclerotiorum, colture, SEPARATE, proteine effettrici, resistenza fungina