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Contenuto archiviato il 2023-01-13

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Una relazione britannica invita ad una maggiore trasparenza nella valutazione dei programmi quadro

Una nuova relazione pubblicata dalla commissione d'inchiesta per la Scienza e la Tecnologia del Parlamento britannico, ha sollecitato una maggiore apertura nella definizione delle priorità e nella valutazione dei nuovi strumenti nell'ambito dei programmi quadro di ricerca dell...

Una nuova relazione pubblicata dalla commissione d'inchiesta per la Scienza e la Tecnologia del Parlamento britannico, ha sollecitato una maggiore apertura nella definizione delle priorità e nella valutazione dei nuovi strumenti nell'ambito dei programmi quadro di ricerca dell'UE. Le conclusioni della relazione dal titolo "UK science and Europe: value for money?" (La scienza britannica e l'Europa: un buon investimento?) recitano quanto segue: "Non vi è alcun dubbio che, quale strumento teso a facilitare la cooperazione fra gli scienziati ed i ricercatori di tutta Europa, i programmi quadro abbiano sortito il loro effetto". Tuttavia, la commissione d'inchiesta ha individuato una serie di settori che, a suo avviso, devono essere migliorati. La valutazione dei nuovi strumenti introdotti nell'ambito del Sesto programma quadro (6PQ) è definita dalla relazione un "impegno importante". Il documento esorta il governo britannico e la Commissione a spiegare con chiarezza a tutta la comunità scientifica i metodi adottati nella valutazione del 6PQ e dei nuovi strumenti. La commissione d'inchiesta auspica altresì una maggiore trasparenza nella definizione della priorità tematiche dei programmi quadro. "Se da un lato, quanti sono coinvolti nel processo di selezione approvano che la Commissione dibatta ampiamente la formulazione delle proprie priorità, dall'altro si ritiene che la stessa Commissione possa trarre enorme vantaggio da un miglioramento del livello di comprensione di questo processo", enuncia la relazione. L'invito a manifestare interesse, pubblicato nell'ambito del 6PQ, è definito un "passo nella giusta direzione". La commissione invita altresì a stanziare maggiori risorse per la ricerca di base nell'ambito dei programmi quadro, proponendo un'estensione a dieci anni del ciclo di vita dei progetti riguardanti iniziative di ricerca su larga scala ispirate dalla voglia di conoscere. Il Dott. Ian Gibson, parlamentare britannico e presidente della commissione d'inchiesta, ha spiegato al Notiziario CORDIS che, nel caso in cui venissero apportati tali miglioramenti, sarebbe lieto di suggerire un ruolo di maggior rilievo per il programma quadro: "Se il sistema venisse migliorato, la commissione si esprimerebbe in favore di un aumento dei finanziamenti per i programmi quadro da parte degli Stati membri, visti gli effetti benefici sulla cooperazione internazionale", ha commentato Gibson. La relazione ha invitato inoltre il governo britannico ad impegnarsi maggiormente per stimolare la partecipazione ai programmi quadro: "Se la rete dei Punti di contatto nazionali del Regno Unito fosse organizzata, finanziata e presentata in modo migliore, molti candidati, in particolare le PMI [piccole e medie imprese], ne potrebbero trarre vantaggio", recita il documento. Tuttavia, alcuni PCN sono stati elogiati e, in particolare, il PCN delle PMI per aver incoraggiato la partecipazione di numerose PMI ai programmi quadro. Inoltre, la commissione ritiene che il rifiuto del governo britannico di contribuire ai costi indiretti connessi alla partecipazione ai programmi quadro "comprometta le già deboli finanze delle nostre università e, di conseguenza, la partecipazione dei nostri migliori ricercatori". Il Dott. Gibson ha chiarito che le critiche contenute nella relazione sono state avanzate nell'intento di rafforzare la base di ricerca europea e promuovere l'unità dell'Europa: "L'interazione della ricerca rappresenta un modo efficace di accelerare l'integrazione europea, e mi auguro che tale relazione contribuirà ad avviare i necessari dibattiti", ha concluso Gibson.

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Regno Unito

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