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Contenuto archiviato il 2023-01-13

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Secondo uno studio, la ripartizione dei premi Nobel dimostra il "recupero dei cervelli" da parte degli USA

Il predominio scientifico degli Stati Uniti ed il relativo declino della scienza in Europa è dimostrato da un cambiamento di tendenza rispetto alla nazionalità dei premi Nobel, secondo una nuova relazione della fondazione britannica "Sutton Trust". La "Sutton Trust" ha esamin...

Il predominio scientifico degli Stati Uniti ed il relativo declino della scienza in Europa è dimostrato da un cambiamento di tendenza rispetto alla nazionalità dei premi Nobel, secondo una nuova relazione della fondazione britannica "Sutton Trust". La "Sutton Trust" ha esaminato la nazionalità di tutti i premi Nobel per la chimica, l'economia, la medicina e la fisica, sin dall'istituzione del premio avvenuta nel 1900, i quali al momento di ricevere il riconoscimento erano affiliati ad un'università (532 su 559). Nel caso in cui i vincitori intrattenevano collaborazioni con più di un'università, si è considerato soltanto l'istituto principale. Lo studio ha rivelato che i cittadini statunitensi dominano la classifica dei vincitori sin dal 1970. A partire da questa data, gli americani si sono aggiudicati oltre la metà dei premi Nobel e, di recente, il dato ha quasi raggiunto i due terzi. Il Regno Unito resta al secondo posto, pur conseguendo al momento un numero inferiore di premi rispetto al passato, mentre il numero di vincitori della Germania è diminuito dal 30 per cento registrato prima della Seconda Guerra mondiale, ad una percentuale che si è mantenuta inferiore al 10 per cento sin dal 1940. La Francia si trova al quarto posto, ma ha vinto il premio soltanto 26 volte dal 1900, rispetto alle 67, 77 e 235 volte in cui Germania, Regno Unito e Stati Uniti si sono rispettivamente aggiudicati il Nobel. I dati statistici sul principale istituto di appartenenza di ciascun vincitore mostrano altresì una crescente supremazia da parte degli Stati Uniti. Le università statunitensi hanno vinto circa la metà di tutti i premi Nobel scientifici e attualmente se ne aggiudicano oltre il 70 per cento. Le università britanniche, dal canto loro, hanno conseguito circa il 20 per cento dei premi fino agli anni '70, ed ora si attestano al di sotto del dieci per cento, mentre la Germania non ha ancora vinto un premio in questo inizio millennio. Le informazioni sui premi Nobel affiliati ad un'università appartenente ad una nazione diversa dalla loro forniscono un quadro preciso del "recupero dei cervelli" (brain gain) da parte dell'America. Nella prima metà del XX secolo, furono soltanto tre i premi Nobel vinti nelle università statunitensi da parte di cittadini non americani. Questo dato è stato già eguagliato nei soli primi tre anni del XXI secolo. La "Sutton Trust" ammette che l'analisi dell'assegnazione dei premi Nobel non è sufficiente a fornire una rappresentazione esaustiva dei risultati scientifici conseguiti in Europa e negli Stati Uniti, ma sostiene che esistono altre prove a sostegno delle conclusioni dello studio: "È chiaro che i premi Nobel non esauriscono l'intero quadro. Sebbene si tratti dei riconoscimenti più rinomati, più prestigiosi e più ricchi, essi non riguardano la matematica ed altre discipline quali l'ecologia, l'evoluzione e le scienze spaziali. L'inclusione di tutti i premi più importanti nell'analisi non altera, tuttavia, la conclusione: la percentuale degli Stati Uniti è superiore al 50 per cento, ed il Regno Unito occupa il secondo posto con circa il 10 per cento". Lo studio rileva che un'indagine sulle citazioni contenute negli articoli scientifici mostra la stessa tendenza: "Anche in questo caso, gli Stati Uniti annoverano la metà delle citazioni mondiali ed il Regno Unito è secondo con il nove per cento". La ragione del relativo declino dei risultati scientifici al di fuori degli Stati Uniti risiede nella mancanza di finanziamenti a favore dell'insegnamento superiore, conclude la "Sutton Trust". Questa affermazione è dimostrata nella relazione mediante il confronto della situazione degli Stati Uniti con quella del Regno Unito: "Vent'anni fa, il Regno Unito investiva 10.000 sterline [14.572 euro] per studente nella formazione universitaria, rivalutate ad oggi; oggi spende soltanto 5.100 sterline [7.431 euro]. Il contrario si verifica in America dove, per le università private, il finanziamento medio per studente è passato da 6.000 sterline [8.743 euro] ad oltre 11.000 sterline [16.028 euro] nel corso dell'ultimo ventennio". Lo studio conclude con una visione pessimistica del futuro, in particolare per il Regno Unito: "I premi Nobel forniscono una misura dei rendimenti differita nel tempo e, visto il rapido deterioramento dei finanziamenti alle università britanniche nello scorso ventennio, è probabile che l'attuale posizione britannica rispetto a quella statunitense sia peggiore di quanto suggerito da questo studio sui premi Nobel".

Paesi

Regno Unito, Stati Uniti