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Il presidente dell'UEB chiede un brevetto accessibile, ma i ministri non raggiungono un accordo

Nel giorno stesso in cui il presidente dell'Ufficio europeo dei brevetti (UEB) si è recato a Bruxelles per pronunciare un discorso dinnanzi al Parlamento europeo, il Consiglio "Competitività" dell'UE non è riuscito a raggiungere un accordo sulle questioni che impediscono ancor...

Nel giorno stesso in cui il presidente dell'Ufficio europeo dei brevetti (UEB) si è recato a Bruxelles per pronunciare un discorso dinnanzi al Parlamento europeo, il Consiglio "Competitività" dell'UE non è riuscito a raggiungere un accordo sulle questioni che impediscono ancora l'attuazione del brevetto comunitario. Le difficoltà ruotano attorno alla determinazione del periodo entro il quale devono essere presentate le traduzioni di una rivendicazione di brevetto. Mentre alcuni Stati membri, fra cui Germania, Francia e Regno Unito, chiedono un periodo di tempo pari a due anni, altri vorrebbero ridurlo a sei mesi. La Presidenza italiana starebbe valutando la possibilità di sottoporre la questione al Consiglio europeo che si terrà questo mese. Nel discorso pronunciato il 27 novembre, il presidente dell'UEB Ingo Kober è sembrato favorevole ad un periodo più lungo per la presentazione delle traduzioni, affermando che in questo modo sarebbe possibile riflettere attentamente prima di intraprendere l'oneroso processo di traduzione di una rivendicazione di brevetto. "Se concedessimo solo tre mesi [come alcuni hanno inizialmente auspicato], il richiedente sarebbe costretto ad effettuare le traduzioni e non avrebbe il tempo di valutare se confermare o meno il brevetto", ha affermato Kober. Kober si è detto deluso dalla decisione presa nel marzo 2003 dal Consiglio "Competitività", che obbliga i richiedenti a tradurre le rivendicazioni di brevetto in tutte le lingue ufficiali dell'UE. Secondo le stime, ha affermato, i costi per la presentazione di una rivendicazione potrebbero essere dimezzati se le traduzioni venissero effettuate solo in tre lingue. A suo avviso, inoltre, è realistico attendersi che i ministri decidano di limitare a tre il numero di lingue utilizzate per le traduzioni "visto che tali paesi hanno sottoscritto il Protocollo di Londra". Tale protocollo, infatti, dispensa dall'obbligo di traduzione i paesi la cui lingua ufficiale sia l'inglese, il francese o il tedesco (le lingue ufficiali dell'UEB) e gli altri paesi, nel caso in cui il brevetto sia stato concesso in una delle lingue ufficiali dell'UEB, a scelta del paese stesso. Anche l'industria è scettica nei confronti del brevetto comunitario così come si presenta attualmente. "L'industria non sosterrà un sistema che non sia favorevole, soprattutto per le PMI [piccole e medie imprese]", ha affermato Kober. "Questa è l'opinione dell'industria e anch'io sono d'accordo". Il Presidente dell'UEB, tuttavia, non è critico nei confronti della Commissione. "Non biasimo la Commissione europea. Sta affrontando un momento difficile. Si è data un obiettivo molto difficile da raggiungere, tanto più che è sottoposta alla norma dell'unanimità", ha dichiarato Kober. Presente a Bruxelles per lanciare un forte appello a favore di un brevetto comunitario accessibile, semplice e affidabile, Kober ha voluto trasmettere un messaggio importante all'Europarlamento: "L'Ufficio europeo dei brevetti intende sostenere l'innovazione e l'economia in Europa".