La Commissione risponde alle raccomandazioni sugli strumenti del 6PQ
La Commissione europea ha risposto alle raccomandazioni del comitato di esperti ad alto livello, guidato da Ramon Marimon, sui nuovi strumenti del Sesto programma quadro (6PQ). In una comunicazione e documento di lavoro, la Commissione risponde alle singole raccomandazioni - spesso specificando di essere conscia dei problemi e di aver adottato le misure necessarie per risolverli - e indica le misure correttive previste in futuro. La Commissione accetta con soddisfazione uno dei principali messaggi del comitato, secondo il quale gli obiettivi dei nuovi strumenti (Progetti integrati e Reti di eccellenza) sono validi e compatibili con il progetto di dar vita a uno Spazio europeo della ricerca. La definizione e l'applicazione di tali strumenti ha tuttavia creato scontento in alcuni gruppi della comunità dei ricercatori europei. La Commissione pensa che molti dei problemi constatati spariranno quando la comunità dei ricercatori si sarà familiarizzata con i nuovi strumenti. La valutazione del comitato è stata in effetti condotta nell'anno in cui erano stati appena lanciati il primo Progetto integrato e la prima Rete di eccellenza. Il documento di lavoro della Commissione comincia col ribadire che i nuovi strumenti saranno presenti anche nel Settimo programma quadro (7PQ), cosa che dovrebbe far piacere ai ricercatori, che secondo il comitato Marimon desiderano soprattutto la continuità. Sarà però fatto il necessario per arrivare a una ulteriore classificazione degli strumenti, in base agli obiettivi e alle caratteristiche specifiche. 'La Commissione ammette che la distinzione dei nuovi strumenti in base ai loro obiettivi specifici non sempre è stata fatta e messa in atto in maniera tanto chiara quanto sarebbe stato desiderabile', afferma il documento della Commissione. 'La mancanza di una chiara distinzione dei nuovi strumenti, e tra questi e gli strumenti tradizionali, ha creato una notevole incertezza sul contesto, le condizioni e gli obiettivi precisi nei quali ciascuno di essi avrebbe potuto essere utilizzato, e l'incertezza è stata ancora accresciuta dal fatto che la possibilità di usare in certe aree tematiche vari strumenti può aver dato l'impressione che questi fossero in buona misura intercambiabili', continua la Commissione. Per eliminare questi e altri malintesi, la Commissione intende pubblicare una tabella riassuntiva che indichi gli obiettivi specifici degli strumenti, i campi e le attività coperti dai finanziamenti dell'UE, il tipo di finanziamento comunitario applicabile e il contesto in cui ciascuno strumento può essere usato. Una raccomandazione degli esperti che la Commissione respinge fermamente concerne la flessibilità e la scelta degli obiettivi e degli strumenti. Il rapporto Marimon dichiara: 'La Commissione europea dovrebbe specificare il portafoglio di strumenti disponibile e gli obiettivi strategici. Dal canto loro, i partecipanti dovrebbero indicare gli obiettivi specifici di ricerca che si pongono e perché tali obiettivi possono essere meglio conseguiti usando gli strumenti da loro scelti'. La Commissione afferma che la proposta 'significa rimettere in causa il principio stesso dei programmi di lavoro, sul quale si basano i programmi di ricerca dell'Unione europea', sottolinea che i programmi di lavoro sono definiti in collaborazioni con i comitati consultativi, e ribatte che dare ai partecipanti la libertà di definire gli obiettivi di ricerca porterebbe a una perdita di efficacia del sostegno comunitario alla ricerca, risultato inevitabile di una disseminazione delle risorse su troppi temi. Allo stesso modo, lasciare ai partecipanti l'uso di strumenti di propria scelta 'renderebbe troppo difficile arbitrare tra le molte proposte', dichiara la Commissione. La Commissione ritiene comunque necessario risolvere i problemi di dimensione e massa critica dei nuovi strumenti, e, nell'ammettere che vi è stata confusione tra i ricercatori, ricorda che non dovrebbero essere semplicemente visti come 'grandi strumenti'. 'La Commissione ribadisce la necessità di separare i concetti di 'dimensione' (numero di partner e volume delle risorse in gioco) e 'strumento': una dimensione importante - in termini di volume delle risorse del partenariato - è solo una conseguenza della natura del progetto e non è sufficiente a definire lo strumento', si legge nel documento della Commissione, che sottolinea poi di essersi sforzata di chiarire questi punti inserendo un richiamo 'read this first' nella 'guide for proposers' e fornendo 'buoni esempi' di Reti di eccellenza e di Progetti integrati. La Commissione intende inoltre fare il necessario per dissipare il malinteso che i Progetti integrati siano semplicemente una versione più ampia di un vecchio strumento, il progetto specifico mirato nel campo della ricerca (STREP). Commissione e comitato di esperti riconoscono che gli STREP restano popolari tra le PMI (Piccole e medie imprese), i team di giovani ricercatori e i ricercatori dei nuovi Stati membri. Pur ribadendo che la ripartizione delle risorse tra nuovi e vecchi strumenti finanziari (che favorisce i primi) risponde all'obiettivo di strutturare e integrare lo Spazio europeo della ricerca, la Commissione lascia intravedere la possibilità che 'la percentuale di risorse finanziarie destinate agli STREP possa essere aumentata in certe aree tematiche'. La Commissione intende anche fare di più per incoraggiare la partecipazione delle PMI ai programmi di ricerca dell'UE del 7PQ. La Commissione è invece restia ad adottare in toto la procedura di valutazione in due fasi, che il comitato Marimon aveva raccomandato per ridurre i costi sostenuti dai partecipanti. L'esperienza della Commissione mostra che una tale procedura ha portato a tempi di trattamento della proposta più lunghi e a un significativo aumento del carico di lavoro. La Commissione conclude rilevando che le raccomandazioni e conclusioni della valutazione intermedia 'confermano in buona misura le osservazioni formulate dall'entrata in vigore del programma quadro', e sottolinea che su tale base sono già state prese molte 'misure correttive'. La Commissione prevede di continuare a introdurre le 'misure correttive', rafforzarle quando necessario e adottarne di nuove, se e quando necessario.