Skip to main content
European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS
CORDIS Web 30th anniversary CORDIS Web 30th anniversary

The cardiovascular consequences of endurance exercise

Article Category

Article available in the following languages:

L’esercizio fisico: promosso a pieni voti

Il messaggio «L'esercizio fisico è una medicina» è stato sostenuto dalla ricerca nell’impatto delle cicatrici cardiache, visibili in alcuni atleti. Il progetto ha trovato che i «disadattamenti» cardiaci, tipicamente osservati in atleti di lunga data probabilmente hanno solo un significato clinico minore.

È noto che l’esercizio fisico regolare migliora la salute cardiovascolare e la longevità. A questo scopo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda agli adulti di fare 150 minuti alla settimana di attività fisica moderata. Tuttavia, secondo alcuni studi recenti, l’esercizio fisico di resistenza svolto a intensità elevata per periodi prolungati e/o intensivi può portare a disadattamenti cardiaci. Tra questi, sono state rilevate maggiori concentrazioni di biomarcatori, che riflettono danno cardiomiocitico, e la presenza di tessuto cicatriziale nel cuore di atleti presumibilmente sani. La fibrosi miocardica è stata rilevata nel 12–50 % delle persone impegnate in allenamento fisico per periodi estesi della vita, un segno di cicatrizzazione del tessuto cardiaco tipicamente riscontrato in pazienti affetti da malattie cardiovascolari (CVD). Questi disadattamenti cardiaci non sono prevedibili e rimangono del tutto inspiegabili in persone apparentemente sane. Assieme alla fibrosi miocardica, sono stati identificate elevazioni acute dei livelli di troponina cardiaca (cTn) indotte dall’esercizio fisico, che tipicamente riflettono un danno miocardico e sono predittive di eventi cardiovascolari futuri e di mortalità. Per stabilire la rilevanza clinica di questi fattori, il progetto CARDI-ACHE, finanziato dall’UE, ha valutato il valore pronostico del rilascio di biomarcatore cardiaco indotto dall’esercizio fisico e le conseguenze funzionali di cicatrizzazione miocardica in una popolazione di atleti. Il progetto ha anche considerato la potenziale associazione tra danno cardiomiocitico e marcatori di tessuto cicatriziale cardiaco. Il coordinatore del progetto, il Prof. Keith George dell’Università John Moores di Liverpool (LJMU), nel Regno Unito, ha affermato, «Questi studi sono importanti perché l’attività fisica competitiva di resistenza si sta rapidamente diffondendo sempre di più in tutta Europa e nel resto del mondo. La ricerca ha fornito una base autorevole ad alcune affermazioni riportate sui media popolari, che spesso parlano degli effetti potenzialmente dannosi dell’attività fisica di resistenza in modo poco scientifico. La presentazione di questi dati alternativi può stimolare la popolazione generale a continuare il proprio stile di vita poco salutare e sedentario e impedire l’adozione di un esercizio fisico di qualsiasi tipo». Al cuore della questione Per svolgere una valutazione comprensiva della funzione e della struttura morfologica del cuore dell’atleta professionista, il progetto ha utilizzato immaginografia sotto sforzo (ecocardiografia) e valutazioni di RMN cardiache. CARDI-ACHE ha anche prelevato campioni di sangue per svolgere analisi di nuovi biomarcatori cardiaci (ST-2 solubile e troponina I cardiaca ad alta sensibilità). «Sono i metodi all’avanguardia utilizzati nelle scienze cardiovascolari», spiega il Dott. Thijs Eijsvogels, il ricercatore responsabile del progetto. Il progetto ha inoltre favorito la formazione di contatti, «Ad esempio, la RMN cardiaca è l’esame di riferimento per la valutazione della morfologia cardiaca e della fibrosi: questa tecnica ci è stata resa disponibile da alcuni collaboratori clinici stretti». Gli altri strumenti utilizzati da CARDI-ACHE, come l’immaginografia molecolare di ceppi, hanno rappresentato modalità uniche per valutare la funzione regionale e globale e per collegare la struttura cardiaca al risultato funzionale. «È uno strumento che stiamo sviluppando attivamente alla LJMU e ora all’Università di Radboud, nei Paesi Bassi», aggiunge il Dott. Eijsvogels. La presenza di cicatrici miocardiche non incide sulla funzione cardiaca globale, anche se sono state osservate alterazioni regionali in alcune aree di tessuto cicatriziale colocalizzato. Infine, i biomarcatori della cicatrizzazione miocardica sono aumentati in quantità significativa a seguito di attività fisica, sebbene non siano state identificate associazioni con i marcatori di danno tissutale cardiaco. Il Prof. George spiega i risultati: «Nel complesso, i disadattamenti cardiaci tipicamente osservati in atleti di lunga data presumibilmente hanno un significato clinico soltanto minore. Questi risultati si allineano con alcuni studi precedenti che riferiscono un’aspettativa di vita superiore negli atleti rispetto al resto della popolazione e supportano il concetto che l’Esercizio fisico è medicina». Un chiaro messaggio per la salute pubblica La conclusione evidente che le persone non debbano intuire che l’esercizio fisico è vitale per stare bene è significativa per chi si occupa di fornire consulenza sulla salute pubblica. Ma per giungere a tale risultato il progetto ha dovuto superare alcune difficoltà. L’approccio multidisciplinare di CARDI-ACHE è stato difficile, soprattutto vista la durata relativamente breve del progetto (2 anni). Come spiega il Dott. Eijsvogels: «In particolare, abbiamo dovuto reclutare un gruppo di atleti di resistenza di lunga data che hanno partecipato a uno studio 8 anni fa e convincerli a partecipare a uno studio di follow-up». Il team ha inoltre coinvolto la collaborazione di alcuni colleghi clinici, svolgendo valutazioni complete del cuore di un atleta professionista. Nonostante la tempistica stretta, i ricercatori di CARDI-ACHE hanno svolto gli studi che si erano preposti. Il progetto CARDI-ACHE ha attirato grande attenzione internazionale, e nel giugno 2017 il Dott. Eijsvogels è stato insignito del premio New Investigator Award dall’American College of Sports Medicine, per il suo lavoro all’avanguardia nella fisiologia cardiovascolare. «La nostra ricerca cerca di fornire nuove importanti informazioni a un ampio pubblico, da atleti di resistenza a decisori in materia di salute pubblica», conclude il Prof. George. Il contributo del progetto al raggiungimento di questo obiettivo è stato riconosciuto: uno degli articoli di CARDI-ACHE è stato premiato con il 2018 Best Paper Award dell'European Journal of Sport Science.

Parole chiave

CARDI-ACHE, cuore, cardiaco, esercizio fisico, cicatrizzazione, salute, danno cardiomiocitico, cicatrizzazione miocardica, atleti

Scopri altri articoli nello stesso settore di applicazione