I gruppi politici si dividono sulla strategia di Lisbona modificata
Le reazioni dei maggiori gruppi politici del Parlamento europeo all'agenda di Lisbona modificata, presentata il 2 febbraio dal presidente della Commissione José Manuel Barroso, sono state piuttosto contrastanti. Il PSE (Partito del Socialismo europeo), il secondo partito in ordine d'importanza, ha attaccato quella che ha definito una 'mancanza di equilibrio' nel progetto della Commissione per rilanciare una strategia zoppicante. I socialisti hanno accusato Barroso di spingere a fondo sui temi economici e sulla riforma strutturale e di sacrificare moderne misure sociali e ambientali. Il vicepresidente del gruppo, il francese Harlem Désir, ha dichiarato: ' Barroso ha sbilanciato il progetto, e di conseguenza mette in pericolo gli obiettivi. Politiche forti sui temi sociali e ambientali non debbono essere considerate come parte del problema della competitività europea, ma come elementi fondamentale per la sua soluzione'. Un altro portavoce del partito ha detto che i socialisti cercheranno di riequilibrare le proposte, insistendo affinché Vladimir Spidla, commissario per l'Occupazione e gli affari sociali, rafforzi la componente sociale della strategia. Il PPE (Partito popolare europeo), il più importante raggruppamento politico, ha tuttavia approvato i piani della Commissione e ha invitato i socialisti a fare altrettanto. Il presidente del gruppo, Wilfried Martens, ha detto: 'Vorrei [...] invitare il partito socialista a lasciar cadere le riserve manifestate e a collaborare per raggiungere i nostri obiettivi europei comuni. Se lavoreremo tutti assieme, l'Europa è destinata a diventare una potenza economica con una sola coscienza sociale'. Anche il leader del Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa, Graham Watson, ha difeso l'approccio di Barroso, che ha definito un'agenda solida e ben centrata. 'Se vogliamo essere in grado di finanziare le nostre pensioni, creare nuovi posti di lavoro e pulire il nostro ambiente, i governi debbono assumere la responsabilità, e i parlamenti nazionali la direzione, della strategia di Lisbona', ha aggiunto Watson.