L'Europa più vicina al lancio di una politica spaziale europea
I ministri dei paesi membri dell'UE e/o dell'Agenzia spaziale europea si sono riuniti il 7 giugno scorso per fare il punto sui progressi verso l'attuazione di una politica spaziale europea, la cui approvazione è prevista per il prossimo incontro dei ministri in novembre. I ministri hanno definito il sistema di navigazione satellitare Galileo e il programma di monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza (GMES) come il fiore all'occhiello delle attività, sottolineando la necessità di attuare una politica industriale ad hoc per lo spazio. Sono stati definiti anche i rispettivi ruoli di UE ed ESA. L'UE manterrà la responsabilità di individuare e sostenere soluzioni valide in cui lo spazio può essere impiegato per la tutela ambientale, la sicurezza, le tecnologie dell'informazione e i trasporti. Nell'ambito del partenariato, all'ESA spetterà promuovere l'esplorazione spaziale, garantire l'accesso allo spazio grazie al proprio parco di vettori e sviluppare nuove tecnologie. Edelgard Bulmahn, ministro tedesco dell'Istruzione e della ricerca e attuale presidente del Consiglio ESA, sostiene che l'UE abbia molto da imparare dall'ESA, affermando: "Negli ultimi decenni l'ESA ha sviluppato un sistema che assicura un giusto equilibrio in relazione alle ricadute per gli Stati membri. Dobbiamo usare tale esperienza e adattarla alle regole dell'UE". In occasione dell'incontro, il direttore generale dell'ESA Jean-Jacques Dordain ha esternato la volontà di cambiamento dell'agenzia: "L'ESA è pronta a adeguarsi per assumere un ruolo di maggior rilievo per l'Europa", ha dichiarato. La politica spaziale comprenderà probabilmente una strategia spaziale europea, un programma che rifletta i relativi costi e le fonti di finanziamento, un impegno da parte dei maggiori sostenitori rispetto al proprio ruolo e alle responsabilità assunte, e procedure di attuazione.