European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS

Unravelling how GENEtic VAriation in attentional control contributes to working memory capacity

Article Category

Article available in the following languages:

L’attenzione rivolta alla memoria di lavoro

La capacità della memoria di lavoro (WM, Working Memory) aiuta a conservare le informazioni necessarie per la vita di tutti i giorni. Questa fantastica attività richiede il filtraggio dell’enorme quantità di dati disponibili, in maniera tale che le informazioni rilevanti restino ben impresse nella mente.

Salute icon Salute

Alcune persone sono davvero brave a filtrare l’ingresso delle informazioni irrilevanti nella loro WM, a differenza di altre che non sono così brave a farlo. Siamo tutti consapevoli del fatto che il sottoinsieme delle informazioni necessarie per svolgere le attività in alcuni giorni di ferie è diverso da quello utilizzato sul lavoro o per superare esami con la memoria a breve termine. Tuttavia, non abbiamo una chiara comprensione della provenienza di tali differenze individuali. Nuovi elementi provenienti da studi comportamentali e dal neuroimaging indicano che la WM è fortemente influenzata dal controllo attenzionale. Tuttavia, il modo esatto con cui si arriva a questo non è del tutto chiaro. Il progetto GENEVA, finanziato dall’UE, con una borsa di studio individuale Marie Skłodowska-Curie, ha cercato di determinare se esistesse una componente genetica per ricordare le giuste informazioni al momento opportuno. «Anche se questo processo di scelta delle informazioni corrette allo scopo di poter ricordare quelle opportune e completare le attività con successo potrebbe sembrare facile da eseguire, sappiamo dalla ricerca che esistono differenze individuali», spiega la dott.ssa Andria Shimi, borsista e ricercatore principale. Capacità di memoria a breve termine sotto esame I ricercatori di GENEVA hanno utilizzato una combinazione di genetica molecolare, elettroencefalografia con potenziali legati a un evento ed esperimenti comportamentali per approfondire i percorsi biologici alla base dell’interazione tra il controllo attenzionale e la capacità della WM. Alcune combinazioni di funzionalità visive vengono utilizzate nell’esperienza quotidiana per supportare il riconoscimento degli oggetti. In un esperimento basato su questa premessa, alcuni ricercatori hanno esteso gli studi precedenti con il riconoscimento di schemi ripetuti in matrici di combinazioni colore-forma-posizione. I risultati del progetto GENEVA sono attualmente in fase di preparazione per la pubblicazione. La genetica alla base di una buona memoria La ricerca del progetto si è concentrata sui geni che regolano il neurotrasmettitore dopamina. Ha esaminato se varianti di tali geni determinano l’efficienza nella selezione dell’attenzione e, in ultima analisi, influenzano il ricordo a breve termine. «I nostri risultati hanno supportato le nostre aspettative, dimostrando che il gene DAT1 influenza le prestazioni della memoria di lavoro», riferisce la dott.ssa Shimi. Questa scoperta collega le differenze individuali nelle prestazioni a specifiche varianti genetiche e fa luce sui meccanismi biologici alla base della capacità della WM. Sfide trasformate in risultati «Nella ricerca, nuove sfide sorgono in continuazione. Tuttavia, una carriera nel campo della scienza richiede determinazione e perseveranza per superare le difficoltà che potrebbero insorgere: questo è proprio ciò che abbiamo fatto», commenta la dott.ssa Shimi. L’ottimizzazione del protocollo per la genotipizzazione dei partecipanti ha richiesto più tempo del previsto, ma alla fine i ricercatori sono riusciti a sviluppare un protocollo genetico che ha consentito loro di genotipizzare con successo tutti i partecipanti. «Abbiamo dovuto sottoporre nuovamente a test molti campioni per convalidare la nostra procedura genetica in laboratorio, ma alla fine ne è valsa la pena», afferma la dott.ssa Shimi. Il notevole risultato finale è stato lo sviluppo di un nuovo protocollo che sarà utilizzabile anche da altri scienziati in questo campo. Il passaggio dalla ricerca alla pratica clinica I prossimi passi vedranno il trasferimento di questa ricerca alle popolazioni cliniche. Le applicazioni variano dalle disabilità della memoria in malattie neurodegenerative fino all’educazione, dove la memoria gioca un ruolo importantissimo. «Ho intenzione di studiare se tali variazioni genetiche siano implicate nei pazienti neurologici con deficit di attenzione e di WM. Tale conoscenza potrebbe offrire nuovi strumenti per lo studio e la comprensione delle malattie neurologiche che presentano sintomi riguardanti la memoria di lavoro», conclude la dott.ssa Shimi.

Parole chiave

GENEVA, memoria di lavoro, protocollo, memoria a breve termine, controllo attenzionale, dopamina, neurotrasmettitore, genotipo

Scopri altri articoli nello stesso settore di applicazione