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Progetto europeo studia la diffusione di piante invasive aliene

Il progetto Giant Alien finanziato dall'Unione sta esaminando le cause e i meccanismi di diffusione del panace di Montegazzi (Heracleum mantegazzianum), nonché gli effetti da esso esercitati sulla vegetazione spontanea dell'Europa e del Caucaso. L'obiettivo finale è l'elaboraz...

Il progetto Giant Alien finanziato dall'Unione sta esaminando le cause e i meccanismi di diffusione del panace di Montegazzi (Heracleum mantegazzianum), nonché gli effetti da esso esercitati sulla vegetazione spontanea dell'Europa e del Caucaso. L'obiettivo finale è l'elaborazione di una strategia di gestione integrata per il controllo di questa e di altre piante invasive aliene. Ribattezzato con il nome del mitico Ercole per le sue dimensioni gigantesche pari a circa tre metri, l'Heracleum mantegazzianum è comunemente conosciuto come "panace gigante". A causa della sua natura tenace e invasiva, risulta che l'eliminazione di quest'erba infestante dannosa possa essere paragonata a una delle dodici fatiche affidate all'eroe greco. La pianta in questione appartiene alla famiglia del prezzemolo, e in origine cresceva spontanea sulle montagne del Caucaso e nel sudovest dell'Asia; è stata introdotta per la prima volta in Europa quale curiosità ornamentale da giardino. La natura invasiva della specie ha ben presto trasformato questa pianta in un vegetale infestante, che viene attualmente considerato una pesante minaccia per la biodiversità della flora e della fauna dell'ampio spettro di habitat europei in cui si è insediato. La pianta ha foglie molto grandi e forma un’ombra così estesa che solo poche piante possono sopravvivere nelle immediate vicinanze. Di conseguenza, quando in autunno il panace gigante muore, ampi spazi rimangono privi di vegetazione facilitando così l'erosione. Si moltiplica mediante la propagazione dei semi, e un unico esemplare è in grado di produrre fino a 100.000 semi che possono sopravvivere oltre sette anni prima di germogliare. "Ha un potenziale invasivo notevole. In aggiunta a ciò, il sistema efficiente di riproduzione di questa specie la rende difficile da controllare o da sterminare", ha spiegato Petr Pyšek dell'Istituto botanico dell'Accademia delle scienze della Repubblica ceca, partner del progetto. Inoltre, le popolazioni proliferanti di panace gigante nelle aree urbane e suburbane rappresentano un rischio crescente per la salute pubblica: la sua linfa chiara e acquosa contiene tossine che rendono la cute sensibile alle radiazioni ultraviolette. Il contatto tra la pelle e la linfa, se seguito da esposizione alla luce solare, causa la fotodermatite, che provoca vesciche dolorose e pruriginose che possono degenerare in cicatrici violacee o nerastre. Il fatto che il panace gigante e altre piante invasive possano diventare un problema è fuori di dubbio. Tuttavia, fino ad ora non sono state individuate soluzioni sostenibili per porre freno all'infestazione e prevenire invasioni future. Inoltre, con la globalizzazione e gli scambi a livello mondiale aumenta il rischio che nuove piante - cosiddette neofite - si diffondano nell'Unione europea e creino squilibri nei vecchi ecosistemi. Nel tentativo di colmare tale lacuna, nel gennaio 2002 otto università e istituti di ricerca di Germania, Regno Unito, Danimarca, Repubblica ceca, Lettonia e Svizzera hanno unito le forze e avviato il progetto Giant Alien, finanziato a titolo del tema "energia, ambiente e sviluppo sostenibile" del Quinto programma quadro (5PQ) della Commissione europea. I partner del progetto raccolgono contributi su tutti gli aspetti dell'Heracleum mantegazzianum, con particolare attenzione a biologia, ecologia, gestione e controllo relativi alla pianta, nonché allo sviluppo della migliore prassi sulla base della ricerca che si occupa delle piante invasive aliene. L'obiettivo generale del progetto è pertanto lo sviluppo di una strategia di gestione integrata che comprenda strumenti efficaci, praticabili e sostenibili per controllare le erbacce aliene non agricole. Ciò fornirà una strategia generica di controllo volta a salvaguardare la biodiversità europea dalla minaccia sempre più grave rappresentata da altre specie invasive aliene. Oltre al controllo efficace della specie in questione, verrà prodotto un nuovo concetto che potrebbe servire da modello con cui controllare altre specie esotiche o impedire loro di raggiungere la fase invasiva. Per conseguire questo obiettivo generale, il progetto sta sviluppando una base completa di conoscenze concernenti l'H. mantegazzianum, tra cui la genetica, la tassonomia, la biologia e l'ecologia; lo scopo è raggiungere una comprensione dettagliata del suo ciclo di vita, della dinamica di popolamento, dell'ecologia dei semi e del reclutamento, della fecondità e della rigenerazione. Per studiare la dinamica temporale delle invasioni, su scala locale e continentale, gli scienziati si avvalgono di modelli informatici. è difficile raccogliere dati empirici in un intervallo di tempo adeguato per la scala temporale in questione. In questo modo si riescono a catturare i processi chiave dei sistemi ecologici e, mediante lo sviluppo di un modello adatto a descrivere la dinamica invasiva di una pianta, è possibile comprendere la dinamica di popolamento del panace gigante, nonché la sua strategia e potenziale invasivi. Ciò consente di prevedere la diffusione delle piante invasive. Nana Nehrbaß del Centro di ricerca ambientale (UFZ) dell'Università di Lipsia, Germania, un altro partner del progetto, sta studiando la proliferazione del panace gigante, e in particolare i fattori che ne favoriscono o ne ostacolano la diffusione. "Strutture lineari quali fiumi e strade sembrano essere i principali metodi di dispersione. I semi vengono trasportati lungo questi percorsi nell'acqua o sui pneumatici dei veicoli", afferma. Nana Nehrbaß analizza al computer le fotografie aeree per studiare la diffusione della pianta, al fine di produrre modelli informatici che consentano di prevedere la proliferazione delle specie invasive. Gli attuali modelli sviluppati nell'ambito del progetto prendono già in considerazione fattori locali quali l’impiego del terreno o la rete viaria. Un altro aspetto del progetto riguarda la ricerca e la valutazione di potenziali agenti di controllo biologico nell'area di origine dell'H. mantegazzianum, in vista di un loro impiego in Europa. Lo studio comprende un'analisi rischi-benefici, una valutazione degli orientamenti europei esistenti in materia di importazione di organismi esotici, e un piano di attuazione. Giant Alien sta anche esaminando gli attuali metodi di controllo meccanico e chimico, nonché eventuali misure volte a ridurre e prevenire l'ulteriore dispersione dell'H. mantegazzianum e di altre erbacce invasive aliene. Tra le soluzioni radicali figurano la falciatura e l'estrazione delle radici - ovviamente soltanto indossando le adeguate protezioni, tra cui guanti e dispositivi di protezione per occhi e bocca. Tuttavia, nella sua tesi di dottorato, Nana Nehrbaß suggerisce una soluzione molto più semplice, che è già in corso di attuazione nei paesi scandinavi. "Un'ampia percentuale del potenziale di dispersione locale è determinata dal terreno a maggese. In aree in cui non è possibile impiegare vaste estensioni di prati e di campi, il panace gigante si può diffondere con facilità. La misura di controllo più efficace è pertanto rappresentata dall'impiego dei terreni per l'agricoltura o il pascolo". In futuro gli scienziati auspicano di poter elaborare previsioni per altre specie immigranti ricorrendo ai modelli su computer. Tutta la conoscenza e l'esperienza create e raccolte durante il processo vengono progressivamente inserite in un insieme di orientamenti di migliore prassi e in una strategia integrata di controllo, che verranno diffuse in tutta Europa.

Paesi

Germania

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