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La Commissione dichiara il 2004 "anno di successo" per la ricerca europea

La Commissione ha pubblicato il suo rapporto annuale sulle attività di ricerca e sviluppo tecnologico (RST) nel 2004, citando numerosi sviluppi che, a suo avviso, hanno fatto di quello passato un anno di successo. Nel 2004 sono pervenute quasi 16.000 proposte a titolo del Se...

La Commissione ha pubblicato il suo rapporto annuale sulle attività di ricerca e sviluppo tecnologico (RST) nel 2004, citando numerosi sviluppi che, a suo avviso, hanno fatto di quello passato un anno di successo. Nel 2004 sono pervenute quasi 16.000 proposte a titolo del Sesto programma quadro (6PQ) che coinvolgevano oltre 84.400 partecipanti, e ai fini del finanziamento ne sono state selezionate quasi 2.000 con circa 13.700 partecipanti. Le attività introdotte per la prima volta dal 6PQ in materia di sostegno scientifico alle politiche e l’iniziativa NEST (scienze e tecnologie nuove ed emergenti) hanno anch'esse ottenuto un successo considerevole con oltre 120 proposte selezionate ai fini del finanziamento nel 2004. I nuovi strumenti - progetti integrati e reti di eccellenza - sono stati utilizzati in 900 proposte (5,6 per cento del totale pervenuto), e in 150 di quelle selezionate ai fini del finanziamento (7,5 per cento delle proposte riuscite). Nel 2004 sono proseguiti gli sforzi per estendere la ricerca europea alla comunità internazionale. Sono stati conclusi accordi di cooperazione scientifica e tecnologica con Brasile e Messico, e sono stati ratificati accordi con Marocco e Tunisia. Sono stati inoltre siglati accordi di associazione con Israele e la Svizzera in merito alla partecipazione al 6PQ, e sono stati rinnovati accordi di cooperazione con gli USA e la Cina. Il rapporto annuale menziona una serie di notevoli obiettivi conseguiti nel 2004. In particolare, è stata pubblicata una comunicazione su una strategia europea a favore delle nanotecnologie, è stato presentato un piano di attuazione della seconda fase dell'iniziativa per il monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza (GMES), e grazie al lancio di un'azione preparatoria sono stati compiuti passi avanti riguardo alla ricerca a livello europeo in materia di sicurezza. Tra i risultati ottenuti nel 2004 la Commissione annovera anche la preparazione del 7PQ. È stata pubblicata la comunicazione "L'Europa e la ricerca di base", cui è seguita "Scienza e tecnologia, chiavi del futuro dell'Europa". Due ampie consultazioni hanno anche affrontato la questione degli orientamenti generali futuri e le tematiche prioritarie future. Nonostante questi traguardi, il documento sottolinea che non sono stati compiuti progressi sufficienti riguardo agli obiettivi di Barcellona, ossia aumentare gli investimenti nella ricerca al 3 per cento del PIL entro il 2010. L'attuale tasso di crescita annuo nell'intensità di ricerca pari allo 0,7 per cento non basta, e se questa tendenza non muterà, entro il 2010 l'intensità di ricerca arriverà solo al 2,2 per cento. Inoltre, mentre il numero di laureati in materie scientifiche è cresciuto in Europa di circa il 4 per cento all'anno, da uno studio condotto di recente emerge che molti continuano a svolgere attività al di fuori del mondo della ricerca. "Questi dati evidenziano alcuni cambiamenti radicali intervenuti nel mercato del lavoro dei ricercatori. La domanda proviene da settori più diversificati di un tempo. La maggior parte di questo personale estremamente qualificato lavora presso servizi ad elevata intensità di conoscenze, come i servizi nel settore dell'istruzione, della sanità e i servizi sociali", afferma la Commissione.

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