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Contenuto archiviato il 2023-03-01

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Studio rivela un rapido aumento del numero di autori favorevoli al libero accesso

Sempre più scienziati pubblicano su riviste liberamente accessibili, rivela uno studio condotto da CIBER, think tank editoriale indipendente con sede nella cittadella universitaria di Londra, Regno Unito. Il 29 per cento circa degli autori senior intervistati ha dichiarato d...

Sempre più scienziati pubblicano su riviste liberamente accessibili, rivela uno studio condotto da CIBER, think tank editoriale indipendente con sede nella cittadella universitaria di Londra, Regno Unito. Il 29 per cento circa degli autori senior intervistati ha dichiarato di avere pubblicato su una rivista ad accesso libero - un aumento di diciotto punti di percentuale a partire dal 2004, quando CIBER ha svolto uno studio analogo. Siffatto aumento di due volte e mezzo in appena 12 mesi fa pensare a una rapida accettazione dell'editoria ad accesso libero da parte della comunità dei ricercatori. L'incremento è probabilmente indotto da una maggiore consapevolezza del libero accesso. I curatori dello studio hanno evidenziato un'impennata del numero di autori che sanno "parecchio" sul libero accesso (fino a dieci punti di percentuale in più rispetto al dato relativo al 2004), e un drastico calo del numero di autori che non ne hanno "alcuna conoscenza" (25 punti in meno). Complessivamente, l'81 per cento degli autori sostiene di avere cognizione del libero accesso - rispetto al 66 per cento registrato nel 2004. Dallo studio è inoltre emerso che gli autori e i ricercatori senior ritengono che la possibilità di scaricare le riviste tramite computer costituisca una prova più attendibile dell'utilità di un articolo rispetto alle più tradizionali citazioni. Lo studio ha esaminato una serie di questioni collegate ai costi, dai costi delle riviste stesse al finanziamento del libero accesso. Gli autori notano un approccio dicotomico tipo "Dottor Jekyll e Mister Hyde" da parte di molti ricercatori per quanto riguarda i prezzi delle riviste. Mentre alcuni intervistati si sono dichiarati d'accordo sulle seguenti dichiarazioni:"l'elevato prezzo delle riviste ostacola l'accesso alla letteratura" e "quale autore, pubblico deliberatamente su riviste accessibili ai lettori", solo uno su cinque ha convenuto su entrambe. Lo studio ha evidenziato uno scarso entusiasmo sia da parte dell'autore che del lettore che paga un canone per finanziare il libero accesso, e molti hanno affermato che le biblioteche non dovrebbero farsi carico dei costi delle riviste in misura così elevata come avviene attualmente. Secondo la soluzione privilegiata, l'onere dovrebbe essere sopportato da finanziatori della ricerca, da sponsor commerciali o dal governo centrale (in quell'ordine di preferenza). La relazione usa toni preoccupanti riguardo alle biblioteche. La convenienza e la velocità degli strumenti elettronici hanno reso la presenza delle biblioteche fisiche meno importante per molti, tanto che, infatti, sono state classificate all'undicesimo posto su dodici per quanto concerne le possibilità di reperire informazioni. "Chiaramente, le biblioteche devono valutare la loro posizione e la loro visibilità in un mondo digitale in cui gli utenti sono sempre più lontani e non sanno nemmeno di pagare il canone d'accesso", dichiarano gli autori.

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