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Secondo il Forum mondiale della scienza occorrono nuovi modelli per la scienza

Il 12 novembre si è concluso a Budapest (Ungheria) il secondo Forum mondiale della scienza (WSF) da cui è emerso il consenso unanime sulla necessità di istituire una piattaforma per il dialogo sulla ricerca che riunisca scienziati, opinionisti e responsabili decisionali. Al ...

Il 12 novembre si è concluso a Budapest (Ungheria) il secondo Forum mondiale della scienza (WSF) da cui è emerso il consenso unanime sulla necessità di istituire una piattaforma per il dialogo sulla ricerca che riunisca scienziati, opinionisti e responsabili decisionali. Al forum erano presenti illustri personalità fra accademici, politici e membri della comunità scientifica internazionale, compreso il premio Nobel Torsten Wiesel e il Commissario europeo per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik. I partecipanti in totale sono stati 500 di 80 paesi riunitisi per discutere sul ruolo dell'etica e della responsabilità nella scienza. è stato espresso un giudizio unanime sulla necessità di inserire la scienza in un contesto tenendo conto dei suoi aspetti etici, mentre un altro elemento che ha riscosso il consenso è stata l'importanza dell'istruzione delle generazioni future. Tra le altre questioni etiche sottolineate dal WSF figurano il divario sempre più marcato tra la capacità di costruire società basate sulla conoscenza dei paesi ricchi o emergenti e del resto del mondo, e i dilemmi etici della biotecnologia o i pericoli associati alla ricerca genetica umana. Dalla manifestazione sono emerse le seguenti conclusioni e raccomandazioni: - a causa dell'attuale complessità della scienza, occorre ristrutturare il rapporto tra università, governi, aziende e gli altri attori della società. A propria volta, tale processo richiede l'elaborazione di nuovi modelli di finanziamento, istruzione e comunicazione della scienza; - per beneficiare appieno delle opportunità legate alla creazione di capacità, occorre scambiare e condividere esperienze e buone pratiche a livello mondiale; - è essenziale promuovere la comprensione reciproca per colmare il divario culturale tra scienza e imprese, dedicando un'attenzione particolare all'interconnettività, all'interdipendenza, all'etica e ai valori umani; - il divario in rapida crescita di capacità, conoscenza scientifica e risultati nel campo della scienza e della tecnologia tra diversi paesi e regioni andrebbe colmato rafforzando la cooperazione sud-sud e sud-nord; - è necessario riconoscere i valori ecologici intrinseci, tra cui la grande comunità della vita con cui condividiamo il pianeta, e l'esigenza di mantenere il potenziale evolutivo della vita stessa; - non è mai troppo presto per interessare i bambini alla scienza - e, una volta risvegliato in loro l'entusiasmo, diventeranno una nuova generazione con una comprensione della scienza molto più elevata. Nel suo discorso al Forum mondiale della scienza, il Commissario Potocnik ha sottolineato i valori fondamentali che ancorano la scienza alle società europee: verità, progresso e responsabilità, e ha inoltre espresso il pieno sostegno della Commissione europea a iniziative che promuovano l'interazione tra scienza e società. Il Commissario ha indicato la convalida della conoscenza scientifica al di fuori delle condizioni di laboratorio quale fase cruciale in cui potrebbero sorgere gli interrogativi dei non addetti ai lavori e delle altre discipline, e pertanto elemento centrale della governance della società europea basata sulla conoscenza. "In questo momento in cui ci confrontiamo stiamo imparando a convivere in un ambiente collettivo in cui la scienza deve essere accettata appieno e occupare un posto stabile al centro delle decisioni pubbliche. Dobbiamo applicare all'elaborazione delle politiche la combinazione di entusiasmo e scetticismo che rende la ricerca scientifica così potente e noi europei così orgogliosi del nostro lascito scientifico", ha concluso. Per contro, il professor Wiesel si è concentrato sulle modalità di cooperazione tra scienziati e responsabili politici. Ha posto l'accento su alcuni dei recenti fallimenti riguardo a informazioni in materia di scienza fornite a governi e pubblico, vale a dire la comunicazione relativa a piante e ad alimenti geneticamente modificati, il dibattito sulle cellule staminali e la lotta contro l'AIDS, sostenendo che in molti di questi casi, la comprensione insufficiente da parte del pubblico dei possibili vantaggi e rischi dei nuovi risultati conseguiti ha portato a una politica pubblica inappropriata. Secondo il premio Nobel, l'attuazione di misure su larga scala basate sulla scienza - da parte dei governi - e il miglioramento della qualità e delle condizioni dell'istruzione scientifica - da parte degli scienziati - sono i sistemi più adeguati per gestire problemi sociali profondi, compresa la minaccia della guerra biologica e la protezione dei diritti umani. Nel suo intervento di chiusura, il primo ministro ungherese Ferenc Gyurcsány ha dichiarato che mentre l'umanità ha creato le istituzioni internazionali per affrontare le questioni finanziarie e commerciali globali, non è però riuscita nell'intento di dare vita a organizzazioni sovranazionali per la soluzione dei problemi che minacciano la nostra stessa sopravvivenza, tra cui il riscaldamento globale. "La scienza deve saperci dire chi siamo e come possono cooperare tra loro le persone che hanno un bagaglio di carattere religioso, culturale ed etnico diverso", ha concluso. "La scienza non deve esistere solamente per se stessa, bensì deve preservare i valori tradizionali e contribuire all'apprendimento e all'acquisizione dei nuovi valori che caratterizzano il nostro mondo in costante cambiamento".

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