Riflessioni di un esperto sull'integrazione della ricerca socioeconomica nei programmi quadro
Sebbene siano stati già raggiunti alcuni risultati positivi nell'ambito dell'integrazione della ricerca socioeconomica nel Sesto programma quadro (6PQ), occorre mantenere e rafforzare l'impegno generale, ha affermato Manfred Horvat, professore di cooperazione alla ricerca europea e internazionale al Politecnico di Vienna, nonché autore di una relazione intermedia per conto della Commissione riguardante le dimensioni socioeconomiche del 6PQ. In un'intervista rilasciata al Notiziario CORDIS il 12 dicembre, dopo essere intervenuto a una conferenza della Commissione sulle scienze umane e sociali in Europa, il professor Horvat sostiene che esiste una maggiore sensibilizzazione alle questioni socioeconomiche nelle altre aree tematiche del 6PQ, in particolare nelle attività di prospettiva. E aggiunge: "In generale però l'ambiente [nel 6PQ] non favorisce molto l'integrazione della ricerca socioeconomica. I riferimenti alle prospettive socioeconomiche sono spesso simbolici o vaghi; il risultato è un concetto piuttosto nebuloso di 'questione trasversale' privo di un fondamento chiaro". Nella sua relazione il professor Horvat suggerisce che questo è il motivo per cui le attività socioeconomiche sono ancora un peso per molti ricercatori e responsabili di progetti della Commissione. Alla domanda sui motivi per cui ritenga necessario aggiungere una dimensione socioeconomica a tutte le attività di ricerca dell'UE, il professor Horvat pone l'accento sul contributo fondamentale dei programmi quadro alla strategia di Lisbona. "La strategia prevede un notevole impatto socioeconomico derivante dalle attività di ricerca e di sviluppo tecnologico dell'UE [RST], ma i programmi quadro stessi non si soffermano sugli elementi socioeconomici. È una lacuna da colmare". Il professor Horvat conclude nella relazione che gli ingredienti mancanti sono un concetto multidimensionale di RST che integri le scienze naturali e ingegneristiche con elementi delle scienze umane, sociali ed economiche, una nota esplicativa nella documentazione dei programmi quadro che definisca il concetto e i criteri delle dimensioni socioeconomiche e l'introduzione delle prospettive socioeconomiche nell'istruzione e nella formazione continua di tutti i ricercatori. Alla domanda sull'adeguatezza delle proposte della Commissione relative al Settimo programma quadro (7PQ) rispetto alle sue preoccupazioni, il professor Horvat risponde che nel programma il concetto che è alla base degli elementi socioeconomici è ancora troppo vago. "Ora il passo più importante da compiere riguarda la partecipazione degli esperti delle scienze socioeconomiche al processo di definizione dei programmi di lavoro e degli inviti a presentare proposte. [L'elemento socioeconomico] non deve essere solo un attributo secondario. Comprendere l'esatta portata del concetto è una sfida per tutti, sia per gli esperti in scienze naturali sia per quelli in scienze sociali". Pensando alla presidenza dell'UE tenuta dal proprio paese, il professor Horvat si augura che le questioni sollevate nella relazione siano oggetto di discussione. "L'Austria ha sempre sostenuto l'integrazione delle scienze sociali nella RST. Abbiamo collaborato a stretto contatto con i paesi nordici e i Paesi Bassi affinché la questione delle scienze sociali entrasse a far parte dell'ordine del giorno", conclude.